Dal bollettino di marzo 2011: Quante volte dobbiamo convertirci?

Iniziamo la quaresima, un cammino che si ripete ogni anno per tutta la vita. Chiamati ancora una volta a convertirci, a indirizzare il nostro cammino verso il Calvario e la Risurrezione. Ma non basta una conversione nella vita? Se uno cambia veramente vita, sollecitato da circostanze a volte inattese e insospettate, altre volte dopo lungo, tortuoso e sofferto cammino, che bisogno ha di tornare a convertirsi? E’ insufficiente la conversione già vissuta?

La riproposizione del cammino quaresimale annuale è chiaramente un invito a convertirsi costantemente, e a intraprendere un cammino di conversione almeno annualmente.

La convinzione è che sempre abbiamo bisogno di convertirci a Cristo, perché sempre tentati di allontanarci da Lui, sempre tentati di fare a meno di Lui.

Ci sono tanti esempi che ci possono aiutare. Ne ripropongo uno che ritengo molto importante e significativo per i nostri tempi, anche se vissuto quasi due secoli fa. Intendo fare riferimento al card. J.H. Newman (1801-1890).

Il cardinale Newman si convertì varie volte nella sua vita: fu sempre pellegrino in cammino verso la verità, oltre le apparenze e le ombre. Diceva: «Vi è una verità; vi è una sola verità, l’errore religioso è per sua natura immorale; …si deve temere l’errore; la ricerca della verità non deve essere appagamento di curiosità; l’acquisizione della verità non assomiglia in niente all’eccitazione di una scoperta; il nostro spirito è sottomesso alla verità, non le è quindi superiore ed è tenuto non tanto a dissertare su di essa, ma a venerarla».

Il cammino verso la verità è un pellegrinaggio faticoso che in Newman ha tre momenti fondamentali, come fu anche per san Agostino.

Il primo – prima conversione – riguarda la realtà: cos’è la realtà? Il “reale” è ciò che è afferrabile? ciò che è misurabile e calcolabile? Solo ciò che è visibile è vivibile?

Nella sua prima conversione Newman riconosce che le uniche realtà veramente consistenti sono Dio e l’anima, cioè l’essere spirituale. È il primo passaggio. Non si tratta di un evento spirituale che riguarda l’ambito della conoscenza, ma è una nuova forma di vita che si imprime nella persona del giovane Newman. Romano Guardini dice a proposito di questa scoperta. “È la consapevolezza di provenire da Dio; di possedere le proprie radici originarie in Lui, più precisamente nella sua volontà creativa”.

La seconda conversione è costituita da ciò che Newman chiama il “principio dogmatico”. Ne parla così: «Dall’età di quindici anni il dogma è stato il principio fondamentale nella mia religione: non conosco altra religione, non riesco a capire nessun’altra specie di religione; una religione ridotta ad un semplice sentimento per me è un sogno e un inganno».

Per tutta la vita Newman riterrà che il più grande pericolo che la fede cristiana corre è la negazione del principio dogmatico. Si tratta della critica al principio liberale, all’idea e all’esperienza di un cristianesimo costruito dal singolo a prescindere dall’oggettività della Rivelazione custodita dalla Chiesa. Anticipava la critica odierna alla teologia “fai da te”.

La sua seconda conversione è pertanto un itinerario di superamento del soggettivismo, guidato dall’obbedienza alla Rivelazione trasmessa dalla Chiesa.

La terza conversione è quella alla Chiesa Cattolica, nel momento in cui Newman ebbe la certezza che essa era la vera Chiesa. Fu un atto di obbedienza pura alla verità che la coscienza gli indicava.

Cosa ha mosso Newman in questa ricerca e in queste conversioni? La sua coscienza.

Per Newman la coscienza è la capacità di riconoscere la verità e le sue esigenze negli ambiti decisivi per il destino eterno dell’uomo: la morale e la religione. Le sue conversioni sono il contrario di un cammino della propria soggettività che afferma se stessa in totale autonomia. Il concetto che Newman ha della coscienza è esattamente l’opposto del concetto elaborato dal soggettivismo moderno.

Si tratta di un cammino di conversione che porta Newman alla santità (è stato beatificato da Papa Benedetto XVI il 19 settembre 2010), e che ha come linee vitali il primato della coscienza, la critica al liberalismo e la ricerca ecumenica.

Così possa essere per ciascuno di noi in questa quaresima: ognuno riprenda e riviva una conversione scegliendo delle linee impegnative e liberanti, e la Vergine Maria ci accompagni fin oltre il Calvario.

p. Cristiano

1 marzo 2011
Orari delle S. Messe

Dal Lunedì al Venerdì:
8.00 - 9.00 - 10.00 - 18.30
Sabato: 8.00 - 9.00 - 10.00 - 19.00
Domenica: 8.00 - 9.00 - 10.00 -
11.00 - 17.00

Sacramento della Riconciliazione

Dal Lunedì al Sabato:
8.30 - 10.30 ~ 16.00 - 18.00
Domenica: 7.30 - 12.00 - 16.00 - 18.00

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