Il santuario della Beata Vergine delle Grazie di Udine è fiorito come custode di un’immagine miracolosa della Madre di Dio. Nella seconda metà del XV secolo il Friuli era sotto il dominio della Repubblica Veneta e nel gennaio del 1479 fu nominato luogotenente del governo veneziano il cavaliere Giovanni Emo. Egli conservava gelosamente nel castello di Udine, dove risiedeva, un quadro della Madonna, che si dice avesse ricevuto in dono dal sultano di Costantinopoli.
Dopo varie grazie e la prodigiosa guarigione di una sua cuoca, che si era quasi staccata una mano lavorando in cucina e che l’ebbe risanata rivolgendosi devotamente a quell’icona della Vergine, il luogotenente pensò che una simile immagine taumaturga non poteva essere conservata in un luogo profano e decise di inviarla nella vicina chiesa con convento dei santi Gervasio e Protasio, al di là del “Giardino Grande” (oggi piazza I Maggio), dove si erano da poco insediati i frati Servi di Maria, ordine visto con favore da Venezia, al posto dei Celestini.
La tradizione indica nell’8 settembre del 1479 la data della processione che trasportò dal castello alla chiesetta l’immagine della Vergine.
Il dono dell’icona taumaturga creò un intenso movimento di pietà popolare verso la chiesa dei Santi Gervasio e Protasio che favorì la ristrutturazione del complesso religioso. Si costruì un nuovo convento e il 12 aprile 1495 si pose la prima pietra di una nuova chiesa, che iniziò ad essere ufficiata già nel 1513. Il 12 maggio 1520 venne consacrata dal Vescovo di Caorle (Ve) mons. De Rubeis. La basilica venne poi completamente rinnovata nel corso del XVIII secolo: fu prolungata e rialzata la navata, ristrutturato il presbiterio e l’abside, sopraelevato il campanile.
Nel secolo successivo si aggiungerà il pronao antistante la facciata e poggiante su quattro grandi colonne, si rifarà la scalinata e il ponte sulla roggia che immette nella grande piazza e si decorerà egregiamente sia la cappella della Vergine sia il resto della chiesa. Lo stile attuale del santuario risente di questi momenti storici. La chiesa, tanto impreziosita nei secoli, fu dichiarata Basilica minore il 21 giugno 1922.
L’icona miracolosa della Vergine venne collocata in una cappella a se stante. Questa cappella, più tardi dedicata al beato Bonaventura da Forlì, ora custodisce il crocifisso ligneo trecentesco lasciato in dono dalle monache clarisse. Nel sec. XVIII, dopo la ristrutturazione della basilica, si pensò di costruire anche una nuova cappella proporzionata al nuovo edificio, che venne completata nel 1769 a spese del Comune di Udine. A pianta quadrata, essa è sormontata da una cupola e variamente decorata.
L’icona, di stile bizantineggiante, raffigura la beata Vergine Maria con il volto leggermente inclinato verso il Figlio. In alto dell’immagine si leggono due sigle che significano “Madre di Dio”. L’icona, pertanto, si riallaccia all’insegnamento del Concilio di Efeso. Come segno del legame nella carne e nel sangue della Madre con il Figlio di Dio, il bambino è presentato nell’atto di poppare. Viene invocata “Beata Vergine delle Grazie” perché Lei è misericordiosa verso i suoi devoti.
L’attuale convento, con il suo ampio e luminoso chiostro, al centro del quale c’è sempre una cisterna per l’acqua, risale al sec. XVI anche se fu costruito in tappe successive. Comunque, la sua architettura è fondamentalmente quella cinquecentesca. Solo nel sec. XVIII, in correlazione con i lavori della chiesa, venne completato il convento, si rifece la cisterna come si conserva tuttora e si affrescò il chiostro con le raffigurazioni che si possono ancora ammirare.
La storia del convento si fonde con la storia della presenza dei Servi di Maria in Udine: da sempre essi sono “i frati della Madonna delle Grazie”, che hanno condiviso con il popolo friulano difficoltà e sofferenze, gioie e speranze, soprattutto la devozione verso la Madre del Redentore e dei redenti. La loro presenza al santuario ha avuto una lunga pausa. Infatti, con le occupazioni francesi, nel 1806 furono espulsi da Udine e il convento, dal 1810 divenne prima proprietà del demanio e poi fu venduto a privati. Il 21 febbraio 1826, il rev. Francesco Alessio, disponendo di ampi mezzi familiari, riacquistò dagli eredi dell’acquirente precedente il convento e i terreni circostanti della braida di Santa Maria, legando tutti i beni alla chiesa.
Dopo l’esemplare servizio di quattro parroci del clero secolare, i frati hanno potuto far ritorno alle Grazie il 2 luglio 1923, gioiosi di poter riprendere il loro plurisecolare servizio alla Vergine e l’assistenza spirituale ai devoti del Santuario, che si esprime anche con l’accoglienza dei fedeli nell’ampia Penitenzieria, vera clinica dello Spirito.
Dal giorno in cui l’immagine della Vergine venne trasferita dal castello di Udine alla chiesetta dei santi Gervasio e Protasio (8 settembre 1479) fino ai nostri giorni, la devozione del popolo verso la Beata Vergine delle Grazie non ha conosciuto interruzione: lo dimostrano i molti ex voto che si conservano nel santuario.
La “Madone des graziis”, come viene popolarmente chiamata, è stata presenza viva negli ultimi cinque secolo degli udinesi e dei friulani, che hanno amorevolmente contribuito alla costruzione, alla conservazione e alla decorazione del suo santuario, e che si sono rivolti a Lei soprattutto nei grandi momenti di emergenza sociale e nelle principali tappe della propria vita personale, facendosi pellegrini sinceri e devoti. Ne fa fede la celebrazione annuale del “Voto Cittadino”, che riunisce autorità civili e religiose per un grande omaggio alla Madonna delle Grazie la domenica a seguito della memoria liturgica di ottobre, giorno che ricorda tutti voti che nel tempo la città espresse.
Così avvenne anche durante il terremoto del 1976 (del quale si conserva nell’atrio della chiesa una memoria artistica, opera del pittore Arrigo Poz di Udine); così avviene ogni giorno nel continuo pellegrinaggio di singole persone, di nuclei familiari, di comunità ecclesiali.
1040
Si tramanda che, dove oggi sorgono le Grazie, esistesse fin da quest’epoca un antico ospizio dei Santi Gervasio e Protasio, retto dai frati Benedettini.
Nella sua Guida di Udine del 1886, edita dalla Società Alpina Friulana, Giuseppe Occioni Bonaffons indica come la memoria più antica riguardi la data del 1040, quando qui doveva esserci la chiesa dedicata ai santi ambrosiani affiancata da un monastero retto dai Benedettini, definiti Cassinesi, però di queste notizie non fornisce le fonti. Anche Mons. Pietro dell’Oste, parroco delle Grazie dal 1895 al 1923, riporta questa notizia in diversi suoi scritti (vedi ad esempio: San Valentino – Frammenti Storici, Udine 1923). Aggiunge, sempre nel libro citato, che l’area lungo via Sant’Agostino (dove oggi c’è la caserma Di Prampero e ai suoi tempi quella di cavalleria, costituita dal convento delle suore Agostiniane così trasformato) era detta delle Cassine perché legata ai Benedettini Cassinesi. Dell’Oste sostiene che dalla stessa origine prende il nome “Porta Cassina”, che in fondo a Via Sant’Agostino, nel Trecento, si apriva nella quinta cerchia di mura e che ebbe però breve vita perché venne chiusa nel 1412. Giovanni Battista della Porta nel suo prezioso “Memorie su le antiche case di Udine” (ripreso dal suo “Toponomastica Storica della Città e del Comune di Udine” – Udine, 1928) indica invece l’origine del toponimo non nei benedettini, ma dal fatto che nella zona ci fosse una cascina di proprietà del Patriarca. Tuttavia riguardo alla Madonna delle Grazie, anch’egli riporta che nel 1040 vi erano i benedettini cassinesi.
Tra questi autori si fa una certa confusione tra Cassinesi e provenienti da Montecassino. Infatti, la congregazione dei Benedettini Cassinesi prese questo nome solo nel 1504 quando alla riforma della regola dei monasteri benedettini aderì anche l’Abbazia di Montecassino. Questo esclude pertanto la possibilità che si trattasse all’epoca di questa congregazione.
Giuseppe De Piero nel suo “Antiche parrocchie della Città di Udine” (Udine, 1982) racconta che nel IX secolo all’abbazia dei Santi Gervasio e Protasio venne incorporata, seppur temporaneamente, quella storica della Beligna, presso Aquileia, in seguito alla decadenza di questa per l’impaludamento della zona. Non cita però le fonti e si basa decisamente sugli scritti del dell’Oste. Sempre nel medesimo volume, si afferma che un monastero benedettino femminile era presente vicino alla roggia, fuori porta Gemona (dietro all’ex palazzo Moretti). La strada cassina quindi poteva essere anche il collegamento tra questi due monasteri. Anche qui però mancano le fonti.
Le notizie su quest’epoca sono comunque molto scarne ed incerte e non abbiamo testimonianze scritte sull’attività dell’abbazia. Vittoria Masutti nel curare la riedizione del libro sulle case di Udine del Della Porta, nel 1982, annota che non ci sono notizie a supporto della data del 1040. Negli articoli redatti da Fra Davide Montagna e Fra Graziano su questo bollettino all’inizio degli anni Settanta del Novecento, in cui si tracciava una storia del Convento della Madonna delle Grazie, cominciano a riportare le notizie di San Gervasio dalla fine del Duecento, non accennando ai benedettini e alla loro attività.
Tuttavia, Pietro Zovatto nel suo fondamentale “Il monachesimo benedettino in Friuli”, edito dal Centro Studi Storico Religiosi del Friuli Venezia Giulia nel 1977, conferma la presenza di un’abbazia benedettina nel luogo in cui ora sorge il Santuario.
1233
Verso questa data, viene fondato a Firenze da sette laici, l’ordine dei Servi di Maria.
1292, 24 ottobre
In un atto redatto dal notaio Francesco di Nasuto in questa data, si identifica un terreno “in villa Utini in loco qui dicitur prat clus”. Probabilmente si riferisce ad un terreno vicino l’attuale via Sant’Agostino. Sul terreno destinato alla produzione per la mensa patriarcale vedasi la dettagliata analisi fatta da Alessandra Blasi, Il “zardinum domini Patriarche”. Le radici dell’identità storico insediativa di piazza primo maggio a Udine, in Piazza primo maggio a Udine. Storia di uno spazio urbano in cerca di identità, a cura di Alessandra Blasi, Udine, Ribis, 2006, pp. 33-57; vedasi inoltre Antonio Battistella, Il giardino del Patriarca, in “Atti dell’Accademia di Scienze, Lettere e Arti di Udine”, serie V, 11 (1931-1932), pp. 7-26. Pracchiuso era una delle ville che attorniavano Udine. Il suo nome è di etimologia incerta. Sembrerebbe derivare da “pratum clausum”, a causa di una cascina del Patriarca che sorgeva nei pressi e alla quale forse era annessa un’area demaniale destinata a pascolo esclusivo e non accessibile dagli altri abitanti. Potrebbe però derivare anche da “pratum Curie”, ad indicare comunque un luogo di proprietà demaniale, probabilmente assai esteso, tenendo conto di altri toponimi come “prati del Patriarca” esistente ancora oggi nella zona di via del Bon e Pradamano derivante da “pratum demanii”. Per gli aspetti legati alla toponomastica vedasi Giovanni Battista Della Porta, Toponomastica storica della città e del Comune di Udine, nuova edizione a cura di Lelia Sereni e Giovanni Frau, Udine, Società Filologica Friulana, 1991.
1305
Si fa riferimento alla presenza di un mulino prope San Gervasium. Prima citazione di San Gervasio.
1328
In questo anno si decide la costruzione della V cinta muraria, che andrà ad includere Borgo Pracchiuso.
1330
In un documento del notaio Leonardo da Udine si legge: “In villa de Pratclus”.
1347
Documenti del comune di Udine parlano di fondi destinati dalla città alla “consacrazione” della chiesa, segno probabile che la sua decadenza rifletta quella benedettina. La presenza benedettina sarebbe rimasta sino alla metà del Trecento, epoca in cui Pracchiuso era una delle ville che attorniavano la città di Udine e che si apprestavano ad essere inglobate dalla costruzione della quinta cerchia di mura, corrispondente più o meno all’attuale circonvallazione interna. I benedettini non avevano conventi all’interno delle città, quindi probabilmente l’inclusione di Pracchiuso nella città li spinge a lasciare
1347, 16 marzo
Un documento riporta: “canipa sita Utini in Villa iuxta sanctum Gervasium”
1348
I Celestini, seguaci di quel Pietro da Morrone che sarà poi eletto Papa con il nome di Celestino V, ebbero in dono un terreno confinante con quelli della chiesa di San Gervasio. In quel periodo i Celestini erano all’apice della loro espansione e chiesero al Patriarca Bertrando, tramite il loro provinciale padre Omobono presente in città per la donazione, di insediarsi nel luogo e officiare la chiesa. Questi diede il suo assenso unendo alla concessione della chiesa alcune casupole da lui riscattate, con il progetto di fondare un monastero dedicato a San Girolamo.
1349, 28 ottobre
La chiesa viene consegnata ai Celestini, con il consenso del Capitolo dei Canonici.
1350
A partire dalla metà del XIV secolo, vicino alla cella è attestata una modesta struttura cimiteriale, probabilmente, ad uso esclusivo del convento che i frati Celestini stavano costruendo in quegli anni.
1355
Viene eretta una chiesa dedicata a San Valentino, attuale chiesetta di Sant’Antonio da Padova.
1379
Priore dei Celestini è Giovanni da Gubbio. In questo anno risulta la presenza di un “hospitale”. Nella seconda metà del XIV secolo si costituisce la confraternita di San Gervasio, un gruppo laico finalizzato alla cura dell’omonima chiesa dove i Celestini officiavano. Il sodalizio, che rappresenta l’elemento di raccordo tra i diversi ordini regolari che si susseguirono nel monastero, compare nei documenti udinesi, come istituzione dedita all’assistenza dei miserevoli fin dal 1379 ed è collegata all’Hospitale Sancti Gervasii che doveva trovarsi nel medesimo borgo.
1380
I Celestini svolsero per un periodo anche le funzioni religiose a San Martino della Beligna, presso Aquileia. Un tempo questa abbazia era piuttosto importante, soprattutto dopo la rinascita nell’XI secolo della città patriarcale. Poi però, con l’impaludamento della zona, le condizioni di vita divennero impossibili e ne decretarono la decadenza, tanto che i monaci l’abbandonarono, lasciandola in gestione ad affittuari laici. La Beligna aveva tuttavia una rendita di circa quattrocento fiorini d’oro. I Celestini ottennero, dopo varie richieste ai papi Gregorio XI e Urbano VI, che verso quest’anno l’abbazia aquileiese della Beligna fosse incorporata in quella di San Gervasio e Protasio. Questa risoluzione venne contrastata dal Patriarca Giovanni di Moravia, che era contrario ai monaci, ma appoggiata dal consiglio di Udine, che a quel tempo avversava il Patriarca.
1380, 19 giugno
Abbiamo testimonianze di festeggiamenti solenni con astensione dal lavoro da parte della popolazione in questa data, con donazione da parte di un fedele di dieci marche aquileiesi per l’acquisto di paramenti liturgici e di un calice. In questa fase la comunità è vista con favore e suscita un certo fervore religioso.
1382
Tra il 1382 e il 1384 risulta priore dei Celestini Giovanni da Avignone.
1383
Prima di questa data è segnalata la presenza di una “fraternitas Sancti Gervasii”, formata da laici, che affiancava i religiosi, legata all’antico “Hospitale Sancti Gervasii”.
1389
La comunità dei Celestini è formata da tre monaci. Dal 1389 al 1390 è priore Matteo da Montereale.
1385
Verso la fine del XIV secolo, i Celestini rappresentavano un elemento di rilievo nel panorama devozionale locale e alla loro cura venne affidata anche l’Abbazia di San Martino della Beligna presso Aquileia .
1389, febbraio
I monaci Celestini cominciano a chiedere di entrare in effettivo possesso della Beligna.
1390, 8 luglio
Il consiglio di Udine autorizza i cittadini a radunarsi per accompagnare i monaci a prendere possesso della Beligna. Ma questo non avviene.
1391
Tra il 1391 e il 1392 è priore dei Celestini Girolamo da Udine.
1392
Tra il 1392 e il 1393 è priore dei Celestini Giorgio da Venezia.
1394
Tra il 1394 e il 1397 è priore dei Celestini Giovanni De Novellis dall’Aquila.
1398
Priore dei Celestini è Adamo di Terranova di Calabria.
1398, 7 giugno
Papa Bonifacio IX con una sua bolla annulla l’incorporazione della Beligna, dandola in commenda a Iacopino del Torso.
1410
L’incarico di officiare nella chiesa di San Gervasio viene affidato agli Agostiniani che avevano sede nel convento di Santa Lucia in borgo Gemona.
1413
Nel 1413 il consiglio della città sollecita il Patriarca a provvedere al sostentamento della chiesa e del convento, ché “ogni giorno che passa se ne vanno in rovina”.
1417, 18 aprile
Un documento riporta: Actum Utini in pertinentiis Ecclesie S. Gervasii super Invio eundo in pracluso sub magno tileo ibi posito.
1439
Il Comune di Udine incarica ufficialmente, come priore di San Gervasio, fra Cristoforo “quondam magistri Antonij molendinari de Utino”, agostiniano del citato convento di Santa Lucia.
1448
Si costruisce il convento di S. Agostino. Oggi ha sede la caserma Di Prampero.
1452
Tra questo anno e il 1463, probabilmente concentrati nel 1455, vengono eseguiti importanti restauri e lavori di ampliamento alla fabbrica della chiesa di Gervasio e Protasio che ormai si configura come parte dell’istituzione monastica.
1455, 15 settembre
I Servi avviano contatti con la città, inviando degli emissari per conferire con l’amministrazione locale, proponendo un insediamento. I consiglieri erano favorevoli e avevano proposto l’area della chiesa di Sant’Antonio in Piazza Patriarcato, che ai frati non dispiaceva. Ultimo passo era il nullaosta del vicario patriarcale, che però non arrivò e ne ignoriamo il motivo.
1457, 20 dicembre
Nuovo contatto dei Servi. Un frate (non sappiamo se fosse dell’Osservanza) incontra una commissione di quattro membri, incaricata dal consiglio cittadino di condurre le trattative, per proporre una sede stabile a Udine.
1458, 7 febbraio
La commissione cittadina propone dei luoghi possibili ai Servi, che dalla successiva relazione al consiglio sappiamo essere: San Gervasio, Sant’Antonio, San Nicolò in via Zanon. Quest’ultimo venne ritenuto il più adatto, essendo sede di un convento di monache che avevano costumi assai discutibili e lontani dall’idealità religiosa. Il consiglio si dimostra favorevole, ma il permesso non giunge nemmeno questa volta.
1466
Dopo il trasferimento di fra Cristoforo alla chiesa di San Gottardo, gli Agostiniani sono soppiantati nuovamente dai Celestini che rientrano in San Gervasio con un loro priore: fra Roberto del fu Giovanni di Arras. La congregazione benedettina non riuscì, tuttavia, a dar vita ad un’istituzione duratura. A pochi anni di distanza dal loro insediamento si rileva lo stato di abbandono del convento
1475
Verso questo anno troviamo in San Gervasio un certo frà Nicola da Rimini, che soleva celebrare ogni tanto la messa per le truppe veneziane stanziate lungo l’Isonzo, essendo in quest’epoca fattasi vicina la minaccia turca. Giovane ed abituato ai costumi di vita dei soldati, Nicola prese a condurre una vita mondana e dissoluta. La cosa cominciò a generare scandalo. Egli stesso se ne rende conto e, prima ancora di essere cacciato, fa l’inventario delle suppellettili di San Gervasio, le consegna a due rappresentanti del Comune, e se ne va spontaneamente.
1477
Uno dei provveditori dell’esercito veneziano che presiede il Friuli contro i Turchi è il cavaliere Giovanni Emo.
1478, settembre
Giovanni Emo riesce in quest’anno a sventare un tentativo di incursione turca. Per questo merito viene incaricato nel mese di settembre di consolidare l’intera cinta muraria di Udine.
1479, 12 gennaio
Dagli annali di Francesco di Manzano: “Indizione XII. – De expulsione Fratruum Caelestinorum ab Utino, ex exemptio Servitam.”
1479, 20 gennaio
Giunge a Udine come Luogotenente il cavalier Giovanni Emo: uomo colto, energico e di grande esperienza politica, diplomatica e militare. Nato a Venezia, a S. Marcuola nel sestiere di Cannaregio il 21 febbraio 1419, era stato ambasciatore a Napoli, Budapest e a Costantinopoli, dove divenne console generale. Giunse a Udine con l’incarico di rinforzare le mura e i fossati della città, oltre che rinforzare la fortezza di Gradisca, per difendersi dalla nuova minaccia che incombeva sulla repubblica di Venezia e sul Friuli: il flagello turco. Erano infatti passati solo due anni dalla seconda invasione turca del Friuli che aveva lambito anche Udine e che durrà Venezia a sancire in quest’anno una pace ventennale con il sultano.
1479, 18 marzo
Il Consiglio Comunale affida al Luogotenente Giovanni Emo l’incarico “di cercare di trattare nel migliore dei modi che venissero [a Udine] frati osservanti […], e che si provvedesse a dar loro dei luoghi adatti”.
1479, 16 giugno
Giungono a Udine i Servi di Maria dell’osservanza (collegati alla famiglia Savorgnan), provenienti dalla comunità di Venezia, grazie agli auspici del luogotenente del Friuli di quell’anno, il cavaliere Giovanni Emo. Fu infatti lui ad accelerare l’arrivo dei Servi in città, essendo un ordine all’epoca in espansione e dai costumi piuttosto sobri. Si stabiliscono a San Gervasio, al tempo retto da tale fra Cristoforo da Udine, con il determinante appoggio di Giovanni Emo. I frati si diedero subito da fare e acquistarono delle casette e dei fondi attigui alla chiesa per sistemare la proprietà. Altri beni furono donati. Si insediano nelle casette attigue alla chiesa dove già i Celestini abitavano. La comunità però era ben più numerosa di quelle degli ordini precedenti e furono loro donate altre piccole proprietà vicine, nell’ottica dell’ampliamento del monastero e per creare degli orti per la sussistenza dei frati. A partire da questo periodo, per la prima volta si registra il cambiamento di intitolazione della chiesa che diviene “dei Servi dell’Osservanza della Beata Vergine Maria”.
I servi abitarono provvisoriamente, come affittuari, alcune case prospicenti il borgo Pracchiuso chiamate casali “Griglons”. Nell’anno successivo furono loro donati dei terreni siti nell’area tra l’attuale Piazza I Maggio e Via Tomadini, tra i quali quelli detti poi “Braide dal Boe”, e alcuni campi fuori porta Pracchiuso, su Via Cividale. Seguirono negli anni altre donazioni, sia da devoti che dal comune.
1479, 28 luglio
L’ingresso dei frati nel convento viene celebrato solennemente con una processione che dalla Cattedrale giungeva sino alla chiesa di Borgo Pracchiuso. Ad essa partecipò una gran folla di cittadini, con alla testa il Luogotenente, i deputati della città, i canonici, il vicario patriarcale e la delegazione dei servi composta dai membri che avrebbero fatto parte della comunità, oltre che da fra Girolamo de Franceschi da Venezia (diventerà poi vescovo di Corone, suffraganeo del patriarca di Aquileia) e fra Onorio da Bergamo, vicario generale dell’Osservanza. La comunità è composta dal maestro Michele Teutonico che ne era il priore, dal sacerdote Giustino di Brescia, dal sacerdote Pacifico da Padova, dal suddiacono Urbano da Lodi, dai chierici Davide e Teofilo da Rovato, dai fratelli Gottardo da Vicenza e Luigi da Giustinopoli d’Istria. Quindi l’area di provenienza era quella padana dell’Osservanza con il rimarchevole particolare della presenza di chierici, studenti, segno di una fraternità dinamica. Operano sotto la visione del commissario dell’ordine Fra Paolo da Chiari di Brescia.
1479, agosto
Il cavaliere Giovanni Emo, luogotenente della Patria del Friuli, stabilitosi nel castello, residenza che spettava a tale carica, aveva portato con sé un’icona raffigurante la Vergine. L’aveva ricevuta in dono dal sultano Maometto II quando era console generale a Costantinopoli.
L’icona, realizzata in modi bizantineggianti, sembra essere di bottega veneziana, databile al XIV o XV secolo. La Vergine è ritratta a mezzo busto e sorregge il Bambino che viene allattato, verso cui reclina il capo, mentre nella mano sinistra tiene una rosa. Le due figure portano un’aureola dorata e sono vestite di rosso, mentre la Madonna è ricoperta da un manto blu. In alto, due lettere greche approssimative vogliono significare Madre di Dio.
L’immagine si trovava esposta in una delle sale del Castello. In breve tempo la tavoletta della Vergine compì delle guarigioni insperate. Nonostante non se ne volesse parlare, ben presto si diffuse la notizia tra il popolo e tutti la volevano vedere. Dopo una ulteriore prodigiosa guarigione che riguardò una cuoca che si era quasi staccata una mano lavorando in cucina e che l’ebbe risanata rivolgendosi devotamente a quell’icona della Vergine, il luogotenente pensò che una simile immagine taumaturga non poteva essere conservata in un luogo profano e decise di inviarla nella vicina chiesa dei santi Gervasio e Protasio.
1479, 8 settembre
Con solenne processione si trasporta la sacra icona dal Castello alla chiesa che poi, quasi subito, prese il nome di Beata Vergine delle Grazie o Madonna delle Grazie. L’icona miracolosa della Vergine, inquadrata entro una cornice di legno dorato, venne collocata in una cappella a se stante: la primitiva cappella, che ora è dedicata al beato Bonaventura.
Investita anche dell’importante responsabilità della custodia dell’icona, la fraternità si diede subito i primi obiettivi: avere il riconoscimento giuridico e cominciare la costruzione di una nuova chiesa e di un nuovo convento.
1480, 12 gennaio
Papa Sisto IV emana una bolla indirizzata al Vicario Patriarcale, in cui stabilisce che le proprietà del convento dei Santi Gervasio e Protasio venissero separate dalla giurisdizione dei Celestini e fossero affidate ai Servi.
1482
La bolla di papa Sisto non risolve la questione e si tenta di far riformulare la dichiarazione papale in maniera più chiara ed esplicita.
1482, 31 gennaio
I Servi fanno richiesta al comune per asportare della sabbia dal fossato cittadino, presso porta Cividale.
1482, 11 aprile
I frati cominciano un restauro del monastero esistente, come ricordano varie suppliche alla comunità cittadina. L’energia profusa per il restauro delle opere materiali non fu inferiore a quella messa per il rinnovo degli uffici liturgici. Se precedentemente al loro arrivo nella chiesa la celebrazione di una messa alla settimana era incerta, dopo l’insediamento dei frati le messe furono regolari e affiancate dal sacramento della confessione e dalle predicazioni.
Si ebbe così una crescente partecipazione del popolo alle funzioni religiose dei Servi, dovuta anche alla devozione verso l’immagine della Vergine che si custodiva.
1483, luglio
I Servi vengono già indicati come “frati di Santa Maria delle grazie”.
1483, 29 dicembre
Un documento parla di donne che vanno “ad gloriosam virginem Mariam gratiarum”. Le figure a noi note di priori della comunità sono due: Dionisio da Brescia (1483-1484) e fra Benedetto da Clusone (1486-1487). Quest’ultimo avrebbe poi fondato, con altri due frati, un convento dell’Osservanza a Clusone, su incarico di Bonaventura da Forlì.
1489, 29 gennaio
Un documento capitolare ci informa che la comunità era composta dal vicario generale e da dodici frati. La maggior parte di essi era di provenienza bresciana, ma si annovera già un primo frate udinese: Girolamo de Savorgnani.
1490, 5 agosto
Continua tra i Servi e i Celestini la controversia sulla proprietà del convento di San Gervasio e Protasio. In questo clima d’incertezza viene esacerbato da voci, messe in giro ad arte, su una presunta mala gestione del convento, invocando un controllo comunale. Alle queste insinuazioni viene posto fine dall’atteggiamento vigoroso e trasparente del priore fra Michele Teutonico, che in questa data si dice disposto ad affidare una chiave della cassetta delle offerte ad un rappresentante del comune e a presentare un resoconto settimanale delle entrate e delle uscite della chiesa.
1490, dicembre
Il crescente prestigio dell’ordine nella città di Udine è testimoniato dal contributo economico che la città diede a frà Michele Teutonico in questo mese, per recarsi a Roma presso Papa Innocenzo VIII ed ottenere una nuova bolla papale per l’attribuzione del convento. La missione di frate Michele ebbe successo.
Nel viaggio di ritorno consegnò una lettera di ringraziamento, da parte della città di Udine a fra Bonaventura da Forlì che aveva accettato di predicare nella quaresima di quell’anno: altro segno di stima.
Fra Bonaventura, nato a Forlì nel 1410, era una delle maggiori figure spirituali appartenenti all’ordine in quel periodo. Le cronache dei Servi riportano che fosse “piccolo di statura, esile di corpo, di non poca dottrina e tenuto dovunque nel predicare in grande stima; portava una barba incolta e andava a piedi nudi sopportando il calore dell’estate e la rigidezza dell’inverno, tanto che frequentemente gli si vedevano nei piedi pustole sanguinanti; spregevole nelle vesti, non mangiava mai carne né beveva vino; dormiva sulla nuda terra o talvolta su tavole; vivente, con le sue preghiere fu mezzo di molti miracoli; sempre dedito alle predicazioni e alla contemplazione più che all’attività a meno che fosse costretto ad addossarsi il peso del governo alla cui dignità sentendosi eletto tentò inutilmente la fuga non potendo però sottrarsi al voto dei frati.”
1491, 17 febbraio
Una bolla papale di papa Innocenzo VIII sancisce la definitiva attribuzione del convento ai Servi. Comincia la progettazione per la costruzione del nuovo convento.
1491, 31 marzo
In questo giorno, giovedì santo, muore a Udine fra Bonaventura da Forlì. Fu esposto per sette giorni alla devozione popolare e sepolto nel convento della Madonna delle Grazie. Tuttavia le autorità ecclesiastiche frenarono da subito lo slancio devozionale verso il predicatore. Tanto che solo il 6 settembre 1911 ne fu approvato il culto.
1491, 21 giugno
Il priore, fra Aurelio da Brescia, continua la politica di gestione trasparente del predecessore, dichiarando la disponibilità a che il comune possa fare un inventario dei beni del convento in qualsiasi momento.
1491, 16 luglio
Papa Innocenzo VIII condanna alla scomunica tutti coloro i quali avessero occultato beni e privilegi appartenenti ai monaci Celestini, che dovevano essere trasferiti ai Servi di Maria.
1491, 26 agosto
Viene istruita un’inchiesta, condotta da un commissario apostolico, canonico di Aquileia, per determinare i benefici che la città ha avuto dall’arrivo dei Servi. Ascoltati numerosi testimoni, risulta che le funzioni religiose sono molto migliorate e che sono stati intrapresi diversi lavori a beneficio della chiesa, con la costruzione di nuovi edifici. Proprio questi edifici nuovi furono il nucleo del convento. Come sappiamo dalla testimonianza di Donato di Bergamo, dove prima vi era una casupola vicino alla chiesa e alla roggia, ora vi sono case e un bel giardino. Nicolò di Savorgnano rileva l’inizio della costruzione da parte dei frati di un nuovo edificio vicino alla loro abitazione.
1494, settembre
I Servi di Maria chiedono al comune di erogare un sussidio per la costruzione di una nuova chiesa, in quanto quella vecchia era divenuta insufficiente alle necessità religiose, visto, come emerse anche nella già citata inchiesta del 1491, che l’afflusso di fedeli era cresciuto grandemente e in molti gremivano il santuario durante le prediche, tanto che queste si dovevano tenere raramente. Il comune concorda sulla necessità e concede il sussidio, affiancato in questa opera da diverse organizzazioni cittadine e benefattori.
1495, 12 aprile
Domenica delle Palme, viene posta la prima pietra della nuova chiesa, alla presenza del priore Baldassarre da Brescia, del Patriarca Nicolò II Donato, del Luogotenente Piviano, di consiglieri comunali e altre autorità. Si comincia con la costruzione dell’abside e del presbiterio. Si promuovono collette e si recupera tutto il materiale possibile, derivante spesso da demolizioni vicine. La basilica verrà intitolata a Santa Maria delle Grazie, sia per la presenza dell’icona taumaturgica sia per il carisma di devozione mariana dei serviti.
1496
Una citazione parla del “convento di Santa Maria dei Servi”.
1502
Viene fondata la confraternita di Santa Maria nella chiesa di Santa Maria delle Grazie. Sin dall’inizio del Cinquecento viene creato anche un terz’ordine femminile che ebbe notevole sviluppo nel corso dei secoli seguenti.
1503
Dalla Congregazione dell’Osservanza, viene inviato a Udine come priore padre Luigi Scaramella da Venezia. Il suo scopo è far sì che i Servi, tramite il nuovo convento, divengano un motore spirituale della città. Padre Scaramella inviterà a predicare nel Duomo cittadino Padre Marino Baldo, considerato uno dei più brillanti predicatori della Congregazione dell’epoca.
1504 – 11 – 21
Un documento relativo all’assegnazione dei posti per le bancherelle della fiera di Santa Caterina, indica che quelli posti a Est della piazza sono “… ad sanctam Mariam Gratiarum …”.
1507 – 05
Si tiene in città il Capitolo Generale della Congregazione dell’Osservanza, un evento culturale che risultava prestigioso in qualsiasi città. Durante questo Capitolo, Padre Scaramella venne eletto Vicario generale dell’ordine. Il capitolo rappresentò una svolta per la comunità dei Servi di Udine e anche un elemento di accelerazione dei lavori al Santuario, frenati in quell’epoca da situazioni belliche (1508-1509), terremoti ed epidemie di peste
1508
Viene confermato priore Luigi Scaramella.
1510
Anno in cui, durante il Carnevale, secondo alcuni si verificò il miracolo della Maschera del Diavolo. (Per altri nel 1560).
1511
Muore il priore Luigi Scaramella, vittima pare della pestilenza di quell’anno, che scoppiò dopo che si ebbe la famosa rivolta del Giovedì grasso e ad un fortissimo terremoto, che distrusse anche il castello. I frati svolsero una preziosa azione di assistenza ai malati, da cui forse il contagio del priore.
1512 – 03
Il capitolo dell’ordine dei Servi, tenutosi a Montecchio, ratifica la nomina di fra Angelico Stejner da Udine a priore del convento udinese e stabilisce il suo trasferimento dal convento di San Paolo di Padova. Fu scelto sulla scorta di accorati appelli da parte del consiglio della città, che auspicava un udinese alla guida del convento. Forse grazie all’abbondanza di materiali generati dal terremoto o forse per la tregua della guerra con l’Austria, fatto sta che la costruzione continuò più spedita sotto lo stimolo del nuovo priore. Dovette comunque ben operare se rimase priore sino alla sua morte (1536), cioè per ventiquattro anni, ben oltre il minimo dei cinque che il comune aveva richiesto. Ulteriore segno di stima fu il contributo di 120 ducati che senza esitazione il comune gli elargì per il compimento dei muri della chiesa.
1513
La chiesa comincia ad essere officiata.
1513 – 02 – 14
Prime notizie della confraternita di San Valentino.
1513 – 02 – 25
Viene chiesta un’elargizione per la costruzione del tetto, in seguito realizzato con travi di rovere e larice proveniente dal canal di Gorto.
1515 – 01 – 25
Viene stipulato un contratto con il maestro Rocco del Cucitin per realizzare il soffitto di 72 cassettoni in legno progettato da Gaspare Negro. Quest’ultimo poi lo dipingerà.
1515 – 04 – 23
Gaspare negro comincia a dipingere il soffitto a cassettoni, che terminerà nel 1518.
1516
Si completa la facciata della chiesa, opera dei fratelli Giovanni e Antonio di Faedis, in semplice cotto, con due grandi finestroni di stile romanico ai lati di un portale di grande pregio, sormontato da un rosone. In seguito, la facciata venne completata da tre finestre poste sulla sua sommità. Viene installato un organo proveniente dal Duomo di Udine. Si diede anche inizio alla costruzione dell’antica cappella della Madonna, attuale cappella del beato Bonaventura, utilizzando in parte le strutture della vecchia chiesa di San Gervasio e Protasio. Il notaio Belloni attesta che in quell’anno predicava a Udine fra Filippo Albrizzi, teologo dei Servi, che esortò gli udinesi dediti alla letteratura a comporre dei versi latini da porre in una cassetta di piombo e porla nelle fondamenta della cappella. Quei versi dovevano celebrare anche il luogotenente dell’epoca, Leonardo Emo, figlio di Giovanni, che secondo l’Albrizzi con la costruzione della chiesa dedicata alla Vergine, vedeva il compimento di un voto fatto dal padre nel 1479 per scongiurare le invasioni turche.
Si trasporta dal Duomo un organo.
1517
All’interno della chiesa sono aggiunti dei fioroni in legno dorato da Girolamo Scaramanzo e realizzato il pavimento da Bernardino da Bissone, con pietra rosa, bianca e nera (anche se alcune parti rimarranno in legno sino alla fine del Cinquecento).
1518
Viene terminata l’antica cappella della Vergine, anche con la realizzazione della cornice dorata per l’icona, da parte di Giovanni Martini.
1518 – 05
Inizio degli affreschi di Gaspare Negro nell’antica cappella della Vergine.
1518 – 12 – 17
In vista del Capitolo dei Servi che ti terrà nel maggio 1519, Papa Leone X emana una lettera che garantisce l’indulgenza plenaria a chi in quel periodo visiterà penitente e confessato la chiesa di Udine o altre rette dall’ordine.
1519
Viene demolita l’adiacente e ormai fatiscente chiesa di San Gervasio per far posto ad un piccolo cimitero oggi non più visibile.
1519 – 05 – 12
Si tiene un capitolo generale dove, come ricorda il priore fra Angelico Stajner da Udine, convennero molti frati, abili oratori e ricchi di dottrina, che si confrontarono in numerosi dibattiti e conferenze. Dal Capitolo risultò eletto vicario generale Clemente Lazzaroni di Rovato.
1520
Comincia la costruzione dell’ala ovest del convento.
1520 – 05 – 12
La chiesa viene consacrata dal vescovo di Caorle (Venezia) Mons. De Rubeis.
1520 – 12
Si redige il contratto per la costruzione di un portale che verrà terminato nel 1525.
1522
La Confraternita dei santi Gervasio e Protasio incarica e finanzia Luca Monteverde, allievo di Pellegrino da San Daniele, affinchè dipinga una pala raffigurante i Santi Gervasio, Protasio, Rocco e Sebastiano ai piedi della Vergine. Da allora questa opera notevole, unica rilevante dell’autore per la sua prematura scomparsa, fu sempre nel medesimo luogo e ancora oggi la vediamo in fondo al presbiterio.
1525
Viene terminato il portale e la chiesa risulta architettonicamente compiuta nella sua struttura. In seguito vengono anche sostituite con pietra delle parti del pavimento ancora fatte in legno (fatto con tavole squadrate e colorate di nero, bianco e rosa, come piastrelle di marmo) presenti sia nella cappella che nella basilica.
1527
Viene terminata l’ala ovest del convento (verso la roggia). Poco tempo dopo si comincia la costruzione dell’ala sud e verranno realizzate le colonne del chiostro dal maestro Giovanni da Faedis e dal figlio Antonio. Un lapicida di nome Filippo ebbe l’incarico di scolpire la porta in pietra all’ingresso del convento (che immetteva sul sagrato antistante), quella della sacrestia, del refettorio e della sala capitolare.
1537
Lavori in chiesa: istallazione della cattedra e la costruzione del pulpito.
1539
Viene terminata l’ala sud del convento. In chiesa sostituzione del vecchio organo proveniente dal Duomo, con uno realizzato dai fratelli Jacopo e Andrea da Vicenza
1540
Verso questa data viene realizzato un portico addossato al lato nord della chiesa, verso Largo delle Grazie.
1542 – 07
In una pergamena presente nel museo civico di Udine redatta dal notaio Giuseppe Sporeno si legge: 1542. Luglio Udine. Il cameraro de’ frati Serviti della beata Vergine delle Grazie di Udine concede alla fraterna della Beata Vergine delle Grazie un terreno di passi 2 e piedi 2 prossimo alla cappella della Beata Vergine a patto di non fare finestra o porta prospiciente il convento e di reintegrare il tutto a richiesta del convento.
1543
La Confraternita di San Valentino decide di costruire una nuova chiesa dedicata al Santo: l’attuale San Valentino.
1543 – 10 – 16
Manino dei Manini dona alla confraternita di San Valentino una “domum muratam tegolisque cohopertam cum area et stabulis paleis cohopertis sitam in Utini in Burgo Prati Clausi”, sita a metà della via. Atto del notaio Francesco Belgrado fu Giacomo.
1549
Capitolo dell’ordine dei Servi, a cui partecipano più di cinquanta frati, oltre alla trentina residenti a Udine, tanto che, nonostante il convento sia completato, si rende necessario costruire delle brande supplementari per ospitare i convenuti. Da questo capitolo uscirà eletto vicario generale il friulano Filippo Frangipane di Castello da Tarcento. La città, come per i capitoli precedenti, concesse dei sussidi di denaro pubblico per l’organizzazione.
1555
Si comincia a pensare di sistemare l’accesso alla basilica dalla piazza, che richiedeva ancora il passaggio per ponte sulla roggia, che allora era dove c’è oggi Largo delle Grazie. Si progetta quindi di fare una scalinata che sorpassi la roggia e congiunga direttamente la chiesa alla piazza. Il priore fa richiesta di autorizzazione al Comune, ma per il momento al progetto viene dato seguito.
1556
La città fa un voto alla Madonna delle Grazie per essere liberata dalla peste.
1560
Verso questa data si inizia la costruzione anche dell’ala nord del convento, quella adiacente alla chiesa, ma solo la parte bassa, per il completamento del chiostro.
1561
Viene completato il coro, luogo importante per la vita monastica e per la liturgia e per il quale i primi acquisti di banchi erano cominciati già qualche decennio prima.
1567 – 08 – 10
Il Consiglio accetta l’offerta dei fratelli Montona, disposti a cedere delle casette che possedevano tra la piazza e la basilica, dove poi sarebbe stata creata la scalinata.
1567 – 11 – 17
Viene perfezionata la vendita delle casette dei fratelli Montona e iniziata la costruzione della scalinata. A fiando ad essa verrà posta una gran croce.
1574
Nel fondo della Confraternita di San Valentino donato dai Manin, si completa il primo nucleo della nuova chiesa dedicata a San Valentino.
1580
Sul finire di quest’anno, visti gli orientamenti del Concilio di Trento, la confraternita di San Valentino decide nelle riunioni del 30 ottobre e 6 novembre di chiede di erigere a parrocchia la chiesa di San Valentino, impegnandosi a mantenere il prete Luca Zilio. Si legge nei verbali: “… e trovar il modo di far essa Parochia, et questo in essecution della Deliberation del sacro Concilio in tal materia de Parochie”
1581
Dopo questa data comincia la costruzione del campanile che risulta completato nel 1585.
1581 – 04 – 30
Viene nominato curato di San Valentino il sacerdote Luca Zilio, dopo che su decreto di Francesco Barbaro, coadiutore del Patriarca Giovanni Grimani, S. Valentino diventa curazia.
La curazia è una chiesa minore o cappella dotata di propri beni patrimoniali (beneficio ecclesiastico curato), dipendente da una pieve (chiesa matrice), ma che aveva ottenuto il fonte battesimale ed il cimitero ed un cappellano residente, chiamato appunto curato (presbitero con compiti di cura d’anime).
1595 – 01 – 20
Il Patriarca Francesco Barbaro, con decreto patriarcale, da riconoscimento ufficiale alle parrocchie e divide il territorio della città tra sette chiese, oltre a quella del Duomo preesistente. Tra queste quella di San Valentino e il convento della Beata Vergine delle Grazie viene compreso all’interno della parrocchia stessa.
1598 – 09 – 27
Dagli archivi parrocchiali, redatti dal parroco Luca Zilio, abbiamo notizia dell’epidemia di peste che colpì il borgo. Fu deliberato dal Luogotenente di tenere in quarantena l’intera zona, proibendo a tutti gli abitanti, pena la vita, l’uscir di casa.
1598 – 11 – 25
Cessa la quarantena di borgo Pracchiuso per la peste. Il borgo viene riaperto alla circolazione. Viene annotato che muoiono 55 persone nel borgo e 23 nel lazzaretto. Si istituì un voto per a cura della Madonna delle Grazie da rinnovarsi ogni seconda domenica di maggio.
1599 – 02 – 20
Il consiglio decide di celebrare un voto per avere liberato la città dalla peste, che si era limitata in borgo Pracchiuso, quando in altri posti, come a Cividale, aveva fatto moltissime vittime.
1601 – 01 – 17
La cronaca di padre Margarita riporta che tal Misser Girolamo Cainero de Albertis rientrando con un compagno di notte in città, proveniente da Monfalcone, verso le ore 3 cadde con il cavallo in un fosso pieno di acqua e fango. Il cavallo era sopra di lui e rischiava di farlo affogare, visto che non riusciva a rialzarsi. La situazione era disperata e sembrava che fosse spacciato, ma l’invocazione alla Madonna delle Grazie fece rialzare il cavallo e gli permise di salvarsi.
1602 – 09 – 08
La cronaca di padre Margarita riporta un fatto di cui fu testimone anche lui, ancora bambino. Questi si trovava a Romans d’Isonzo con la famiglia e là vi era un giovane di nome Giuseppe di circa vent’anni che assieme ad altri lavoratori, si recò con dei carri sul monte di Medea a prelevare delle pietre. Al ritorno, attraversando il ponte sul Versa, un carro rischiava di rovesciarsi. Il giovane accorse cercando di sostenerlo in equilibrio, ma ugualmente si rovesciò e lo travolse. Lo si pensava morto e anche quando lo si trovò ancora vivo non si nutrivano speranze per lui. Portato a Romans si chiamò il parroco per l’estrema unzione. Il giovane si confessò e poi invocò la grazia di poter andare al Santuario di Udine a pregare la Madonna per sciogliere un voto precedente e questo ultimo. Tutti furono commossi perché certi che non avrebbe passato la notte. Il giovane invece riuscì a sopravvivere e dopo diversi mesi di letto riusci a mettersi in piedi e a camminare con l’aiuto di due stampelle. Quando si sentì in forze sufficienti volle sciogliere il voto e sulle sue stampelle si recò a piedi da Romans a Udine, mettendoci sei giorni e sostando e pernottando dove trovava qualcuno caritatevole. Giunto a Udine non si fermò a riposare ma andò subito a ringraziare la Madonna. Mentre pregava si sentì risanato e potè raggiungere l’altare della Vergine senza le stampelle. Dopo aver a lungo pregato andò a prendere le stampelle e le lasciò sopra l’altare. Andò poi subito dai frati a testimoniare la sua guarigione e poi riprese il cammino per rientrare a Romans, fermandosi in tutti i paesi in cui era transitatò precedentemente, lodando Dio per la Madonna per la sua guarigione, mentre tutti si stupivano di rivederlo sano.
Il padre Margarita ritornò a Romans quando scrisse la sua cronaca per cercare testimoni del fatto e trovò un anziano che ricordava bennissimo il fatto. Disse che il giovane si chiamava Giuseppe Corsi e testimoniò l’avvenimento davanti al parroco di Romans e a due frati Servi di Maria.
1604
Grazie ad un lascito, viene commissionata al pittore Vincenzo Lugaro e realizzata in quest’anno, una pala che raffiguri Sant’Antonio di Padova e anche la decorazione del soffitto della cappella della Vergine. La pala si può vedere oggi nella sala del chiostro: raffigura Sant’Antonio che predica su un gelso, cosa che secondo una tradizione avvenne quando questi passò per Borgo Pracchiuso mentre era diretto a Gemona. Le decorazioni del soffitto della cappella della Vergine sono invece quasi completamente scomparse.
1610 – 09 – 01
Muore il curato Luca Zilio.
1610 – 10 – 20
Viene nominato curato di San Valentino p. Francesco Modotto.
1637 – 09 – 10
Muore il curato Francesco Modotto.
1637 – 09 – 20
Viene nominato curato di San Valentino p. Jacomo Zanino.
1650
Viene fondato un convento per ospitare un collegio per le Suore Addolorate, vicino alla Chiesa di San Valentino.
1652
Papa Innocenzo X decreta la soppressione dei piccoli conventi. Questo comporta, negli Stati italiani, la chiusura di 1.513 conventi su un totale di 6.238, numero complessivo stimato in base ad un censimento di due anni anteriore.
1653
Il padre maestro Domenico Margarita viene nominato priore del convento di Udine per un anno.
1653 – 02 – 01
Muore il curato di San Valentino Jacomo Zanino.
1653 – 02 – 12
Viene nominato curato di San Valentino pre Carlo Tramonto.
1655
Il veneziano Tomaso Candido ottiene da Roma il corpo di un martire prelevato dal cimitero di S. Ciriaca e battezzato con il nome di San Valentino.
1658 – 01 – 31
Il padre maestro Domenico Margarita termina una cronaca che narra dei vari miracoli e voti avvenuti presso il Santuario dall’arrivo dei Servi. Questa cronaca che cercò di essere sistematica, raccogliendo tutti gli eventi partendo dal miracolo della cuoca che fece traslare l’icona dal castello al Santuario, apre una finestra sulla vita del XVII secolo. All’epoca del p. Margarita gli ex voto in argento esposti ammontavano a 1097.
1659
Il padre maestro Domenico Margarita viene nominato priore del convento per un anno.
1664
Viene eretta la chiesa di S. Agostino nella omonima via, dove oggi c’è il civico 2, presso il convento delle terziarie agostiniane, fondato da Elena Valentinis, grazie alla donazione fatta dal Conte Angelo Nicolini.
1664 – 08 – 08
Tomaso Candido dona la reliquia alla chiesa di S. Valentino che viene esposta alla venerazione, dietro l’altare, dove si trova tuttora.
1665
Il padre maestro Domenico Margarita viene nominato priore del convento per un anno.
1672
A metà di via Pracchiuso, viene fondato un monastero di monache terziarie dei Servi di Maria, dette della Beata Vergine dei Sette Dolori. Questo convento, che in seguito diventerà l’ospedale militare, era costituito da alcune case a cui si accedeva da una via esistente allora ed oggi inglobata nella struttura esistente, che da Via Pracchiuso, circa di fronte a Via Tomadini, conduceva verso le mura della città, dove oggi c’è il Parco della Rimembranza e Via Diaz.
1672 – 05 – 04
Muore il curato Carlo Tramonto.
1672 – 05 – 18
Viene nominato pievano di San Valentino pre Francesco Tramonti.
1687 – 03 – 16
Muore pre Francesco Tramonti.
1687 – 04 – 05
Viene nominato pievano di San Valentino pre Pietro Tramonti, fratello del prededessore Francesco.
1688 – 02 – 20
Viene concessa dal comune alla confraternita di San Valentino di tenere una Sagra di San Valentino che si celebrerà per la prima volta l’anno successivo. (Vedi Boll. M.d.G. 3/1982).
1689
Presso la chiesa delle Grazie avviene la posa del nuovo altare nella Cappella della Vergine, donato dal conte Giuseppe della Porta.
1689 – 02 – 14
Si tiene la prima sagra di San Valentino, nei giorni 14, 15 e 16.
1689 – 11 – 20
Le Terziarie dei Servi nel convento dei Sette Dolori, ampliano il complesso acquistando una casa dal conte Francesco Brugno, che dal 1690 permette a queste di poter assistere alla messa di San Valentino dai locali del loro convento, attraverso un apertura con cancellata.
1692
Viene realizzato il coro ligneo del Presbiterio della Madonna delle Grazie.
1695
Il lapicida Girolamo Prodolone comincia a scolpire il primo altare di destra, allora dedicato a Sant’Antonio di Padova e offerto dall’omonima confraternita. Questo poi sarà consacrato all’Addolorata. Sul finire del secolo.
In questo anno si ristrutturò anche il ponte sulla roggia e la scalinata.
1704 – 08 – 31
Lucrezio Palladio nel suo diario dice che, come in altri anni, fu fatta una processione con l’icona della Madonna delle Grazie, per invocare la pioggia, che percorse lo stradone di sopra [penso via Gemona], Borgo S. Cristoforo, Mercatovecchio, davanti al palazzo [Loggia], San Bortolomio, nel giardino. Piovve poco prima della conclusione della processione.
1705
La contessa Emilia Freschi di Cuccagna, raccogliendo l’invito del Patriarca, da inizio in via Treppo, assieme a delle altre devote, ad una scuola domenicale di dottrina per le fanciulle povere della città. Emilia era devota alla Madonna del Rosario e favoriva questa pratica presso le fanciulle. Da questo gruppo nascerà la congregazione delle suore Rosarie.
1711
Vengono poste a fianco della scalinata le statue della Madonna con il Bambino e di San Filippo Benizi, realizzate da Orazio Marinali.
1717 – 05 – 02
Muore pre Pietro Tramonti.
1717 – 11 – 01
Viene nominato parroco di San Valentino pre Giovanni Battista Perabò, nato nel 1679 a Raschiacco di Campeglio di Faedis (UD).
1725 – 08 – 06
Da qualche tempo si ragiona su una profonda ristrutturazione della basilica e sembra che la cosa si faccia sempre più concreta. In questa data viene esposto in chiesa il progetto di massima, che pare fosse giunto da Roma, assieme ad una cassetta per le offerte con cui avviare il finanziamento. Presa la decisione di realizzare l’opera, la direzione dei lavori venne affidata al grande Giorgio Massari (Venezia, 13 ottobre 1687 – Venezia, 20 dicembre 1766), il più influente architetto veneziano della sua epoca nonché amico dei Servi, che in quel periodo si trovava a Udine per la realizzazione della cappella dell’Addolorata presso il monastero delle terziarie di Via Pracchiuso. Questi poi modificherà il disegno precedente.
1730 – 03 – 30
Si redige un contratto in cui il maestro muratore Giacomo Presano venne incaricato dei lavori, mentre la parte in pietra lavorata è affidata al lapicida Giovan Battista Cucchiaro. I lavori inizieranno nel 1733.
1733
Iniziano i lavori di ristrutturazione della basilica.
1734 – 04 – 14
Muore il parroco Giovanni Battista Perabò.
1734 – 05 – 23
Viene nominato parroco di San Valentino p. Alberto Trabaldi.
1738
Il gruppo di catechiste fondate dalla contessa Freschi erige una casa in Via Treppo con la speranza di divenire una congregazione religiosa.
1741
I lavori in basilica si arenano per l’esaurimento dei fondi.
1746 – 09 – 09
Dopo l’ingrandimento della basilica sussiste un problema. Con la nuova imponente navata, l’antica cappella della Vergine risulta decisamente inadeguata e piuttosto avulsa dal contesto. I Servi così decidono di proporre al Comune di essere l’unico finanziatore della nuova cappella, rivolgendo a questo una supplica in questa data, in cui si fa appello a tutta la tradizione votiva e di protezione che le Grazie rappresentarono per la città di Udine. Il Comune accetta e dispone il finanziamento di cinquemila ducati, da versarsi in ragione di mille l’anno. Per dare seguito alla delibera ci vorranno tuttavia diversi anni.
1749
La Contessa Emilia Freschi, fondatrice delle suore Rosarie, muore e viene sepolta nella Basilica della Madonna delle Grazie di Udine.
1750
Il capomastro viene pagato essendo considerati terminati i lavori in basilica con la realizzazione della navata, atrio e facciata, accantonando per il momento il progetto della nuova cappella della Vergine. La nuova navata vede quattro pilastroni centrali ravvicinati e quattro posti alle due estremità, risultando così ripartita in tre campate, con la volta del soffitto a crociera. La navata è preceduta da un atrio, mentre la facciata risulta molto semplice, in cotto. A questo proposito non sappiamo come mai non fu riutilizzato il materiale precedente e il portale del m. Bernardino, che era stato accuratamente preservato e posto nel chiostro. Forse un altro segno della chiusura affrettata del cantiere per mancanza di fondi. La basilica in tutto viene allungata di 18,26 metri e alzata di 8,22, assumendo dimensioni ed imponenza ben maggiori di prima. Sui muri laterali esterni della basilica i lavori di restauro del 1970 hanno messo in evidenza, e si possono ancora oggi vedere, i mattoni che segnano le vecchie dimensioni. Nei pilastroni vengono ricavate dodici nicchie per porre delle statue e probabilmente già allora si pensava agli apostoli.
1753 – 09
Si giunge all’approvazione del progetto firmato dall’architetto Andrea Camerata per la nuova cappella della Vergine. Un carteggio tra i Servi e la confraternita dei Santi Gervasio e Protasio ci rivela come già nell’anno precedente si ragionasse sul tipo di abside e presbiterio, in attesa di reperire le risorse.
1754 – 02 – 18
Si comincia lo scavo delle fondazioni della cappella della Vergine
1757 – 02 – 18
Muore il parroco p. Alberto Trabaldi.
1757 – 02 – 25
Viene nominato parroco di San Valentino p. Domenico Casteneti.
1759
Giunge a compimento la struttura muraria della cappella della Vergine, anche grazie all’opera del maestro Giovan Battista Piva. Per il momento però non ci sono altri fondi per la realizzazione dell’altare e per i decori in pietra ed arredi.
1760
Si sblocca lo stallo finanziario e si riesce a cominciare i lavori per l’altare della cappella. Viene però accantonato il disegno del Camerata e affidando l’incarico al Massari. Questi realizzerà un capolavoro in ordine corinzio che darà il giusto risalto e onore all’icona taumaturgica che doveva ospitare.
1767
Risulta terminato il nuovo altare nella cappella della Vergine. Quello precedente, donato nel 1689 dal conte della Porta, verrà donato alla chiesa di S. Maria della Misericordia presso la Casa di Carità di Giuseppe Flippo Renati. Si realizzano i bracci delle lampade a catena, mentre sono commissionati al pittore veneziano Giuseppe Diziani (Venezia, 12 giugno 1732 – Venezia, 20 dicembre 1803) due grandi tele da porre ai lati della cappella, aventi per soggetto Giuditta con la testa di Oloferne e Ester dinanzi ad Assuero: due episodi dell’antico testamento che tradizionalmente prefigurano ed illustrano dei carismi della Vergine Maria.
1767 – 11 – 25
Muore Filippo Renati e viene seposto presso la Madonna delle Grazie.
1769
Viene completata la cappella della Vergine. Tra i maestri che vi lavorano, va citato lo scalpellino Francesco Lessano, che realizza l’altare e le colonne. L’avanzo dei materiali da costruzione e il legname viene donato ad una pia istituzione che sta muovendo i primi passi in città, guidata da don Giuseppe Filippo Renati.
1775
Una prima inventariazione organica sui documenti del convento e del santuario viene eseguita da fra Angelo Maria Sarti, del Convento di Santa Maria della Consolazione di Ferrara.
1785
Si mette mano finalmente al presbiterio e all’abside. Il disegno viene realizzato dall’erudito padre barnabita Angelo Cortenovis, di origini bergamasche ma qui trasferitosi da qualche anno e divenuto una figura si spicco nella vita udinese. Lo stile del progetto richiama la navata e prevede una sopraelevazione del presbiterio di 1,6 metri. Verranno inoltre poste otto colonne con scopo ornamentale. Il tutto è sormontato da una grande cupola. In seguito a queste costruzioni si rende anche necessario sopraelevare il campanile. Tutti i lavori risultarono completati nel 1796.
1789 – 10 – 27
Muore p. Domenico Casteneti
1796
Vengono completati i lavori in basilica dell’abside e del presbiterio.
1797
Viene completata la pavimentazione della basilica.
1797 – 03
Le truppe di Napoleone dilagano in Italia. Conquista la repubblica di Venezia.
1797 – 03 – 18
Le truppe del generale Bernadotte entrano a Udine. Con l’ingresso dei francesi vari conventi della città di Udine vengono confiscati per usi militari.
1797 – 03 – 31
Il comando francese dispone che il convento delle Grazie sia destinato ad ospedale militare.
1797 – 09
Un decreto stabilisce che ogni religioso debba rientrare nella propria città di origine. In ottemperanza al decreto francese, i frati delle Grazie non udinesi lasciano il convento.
1797 – 10 – 17
Il trattato di Campoformido e il conseguente arrivo degli austriaci, consente ai frati di rientrare in convento.
1798
In quest’anno Michele Zuliani detto il Lessani realizza il nuovo altar maggiore. Questo nel 1893 verrà sostituito e trasferito alla chiesa di Pradielis di Lusevera.
1798 – 01 – 09
Gli austriaci entrano a Udine e in duomo si celebra un solenne Te Deum.
1798 – 01 – 14
Il colonnello Ottolinscki fa un sopraluogo in convento per vedere se sia idoneo ad essere adibito a deposito monture (divise) di tutta l’armata austriaca in Italia. Ai dieci frati presenti viene data una vaga rassicurazione per quanto riguarda le abitazioni a loro riservate
1798 – 03 – 31
Il decreto smentisce le rassicurazione sugli alloggi dei frati ai quali viene concesso solo l’uso della chiesa e della sacrestia.
1798 – 04 – 04
Il priore Padre Paolo Canciani, nonché priore della provincia veneta dei Servi, invia una supplica rammentando i numerosi disagi che dall’inizio del 1797 il convento ha dovuto subire, chiedendo, pur nella devozione alla maestà apostolica, di rivedere la destinazione del convento a deposito monture.
1798 – 04 – 26
In risposta alla supplica di p. Canciani si presenta in questa data un drappello armato al convento per lo sgombero. Per fortuna le Grazie saranno poi giudicate di dimensioni inferiori al necessario e quindi il deposito verrà realizzato altrove. A lode dei frati va detto che in questo anno turbolento il servizio liturigico non subì nessuna interruzione.
1799
Viene istallato il nuovo organo, realizzato dal Maestro Gaetano Callido di Venezia.
1801
Viene realizzato da Michele Zuliani detto il Lessani l’altare del Crocifisso, quello di fronte alla cappella della Vergine.
1805 – 11 – 16
Il generale Massena, alla testa delle truppe francesi, occupa Udine.
1805 – 12 – 26
Viene firmata in fretta la pace di Presburgo (Bratislava) che prevede la cessione dei territori italiani alla Francia. Si costituisce così il Regno d’Italia francese il cui governo è affidato al vicerè Eugenio Beauharnais.
1806 – 01 – 01
Entra in vigore il codice napoleonico che scardina molte delle consuetudini sino ad allora in vigore. In seguito, tra le altre cose, viene istituito il matrimonio civile e il divorzio, si ammette la comunione dei beni tra i coniugi, istituiti dei consigli sulla famiglia per i minorenni, decretato l’obbligo scolastico.
1806 – 07 – 28
Un decreto del Vicerè Eugenio Beauharnais ordina la soppressione delle corporazioni religiose di entrambi i sessi in tutti i dipartimenti veneti, imponendo la concentrazione in determinati luoghi dei suoi membri. Questa sorte tocca anche alla fraternità dei Servi di Udine che viene accorpata a quella di Venezia (Bollettino delle leggi del Regno d’Italia, Milano 1806, parte II, 809-820).
1806 – 09 – 02
Nonostante le numerose suppliche di cittadini laici presso le autorità, i frati delle Grazie lasciano il convento. Stesso destino tocca alle Terziarie di Via Pracchiuso che stavano presso il convento dei Sette Dolori, che verranno trasferite al convento di Santa Maria di San Daniele.
1806 – 10 – 07
Padre Paolo Canciani viene destinato a “direttore e custode della veneranda chiesa e santuario delle Grazie”.
1807 – 01 – 11
Napoleone nomina Baldassarre Rasponi, già Vescovo di Novara, Arcivescovo di Udine, nonostante la forte opposizione di Papa Pio VII. In questo stesso anno viene istituito il registro di stato civile, funzione prima svolta dalle parrocchie.
1808 – 02 – 13
Padre Paolo Canciani ottiene dall’ordine di vivere “extra claustra” come prete presso le Grazie. Diviene primo fabbricere e sacrista. Gli viene su sua richiesta affiancato padre Francesco Missettini.
1808 – 08 – 05
L’Arcivescovo Baldassare Rasponi sposta la sede della parrocchia di San Valentino presso la basilica della Beata Vergine delle Grazie, per far fronte alla partenza dei Servi e dare un adeguato servizio liturgico al Santuario. Entrerà in vigore dal 21 agosto.
Viene depositato, nei locali dell’ex convento, l’archivio della parrocchia di San Valentino trasferitasi alle Grazie. Insieme al complesso parrocchiale viene trasferito anche il fondo della confraternita di San Valentino dedita alla cura della sede parrocchiale che, tuttavia, nel passaggio alla nuova sede viene chiusa per rinascere con la denominazione di confraternita della Beata Vergine delle Grazie.
1808 – 05 – 21
Con una solenne cerimonia ufficiale, Monsignor Francesco Alessio, all’epoca parroco di San Valentino, prende possesso della nuova sede parrocchiale delle Grazie.
1809
Padre Canciani fa eseguire la tinteggiatura del Santuario.
1809 – 03
Alcuni locali del Santuario vengono posti a disposizione della prefettura.
1810 – 01 – 27
Muore a 86 anni padre Paolo Canciani.
1810 – 04 – 25
Un decreto a più ampio raggio rispetto a quello del 1806, stabilirà la soppressione di tutti gli enti religiosi, monasteri, abbazie, confraternite religiose e laiche. Interesserà 290 località friulane, risparmiando solo alcuni enti approvati dal governo. I beni di questi enti passeranno al demanio.
Rientrano negli effetti del decreto, diventando quindi di proprietà demaniale: il convento della Madonna delle Grazie, il monastero delle Agostiniane (attuale Caserma Giovanni Di Prampero), il convento delle Terziarie dei Sette Dolori (ex ospedale militare). Quest’ultimo verrà da allora destinato ad usi militari.
1811 – 05 – 30
L’ex convento delle Agostiniane viene messo all’asta ed acquistato dal privato Angelo Perissini per 15.791 lire.
1811 – 10 – 14
L’ex convento delle Grazie con tutte le sue pertinenze viene acquistato da Giacomo Filippo Giterau (scritto poi nei documenti in almeno altre tre grafie differenti). Subito concede che parte degli orti venga messa a disposizione del comune come luogo dove tenersi la fiera dei bovini cittadina e che alcuni locali siano successivamente affittati ad uso di un’osteria, che si chiamerà Al Castello.
1814 – 10 – 25
I francesi lasciano definitivamente Udine, incalzati dagli austriaci.
1814 – 12 – 21
Viene stipulato un contratto per cui il refettorio dal 1 gennaio 1815 avrebbe dovuto essere adibito ad osteria, condotta da tale Pietro Sedco, però non cominciò mai questa attività.
1815
Probabilmente in questa data muore il sig. Giterau.
1816 – 09
Giacomo Giuseppe Vial, funzionario delle dogane di Rouen, si qualifica come cognato ed erede dei sig. Giterau. Nel frattempo il Santuario ha subito numerosi furti e sottrazioni di arredi sacri. Mons. Alessio, che aveva ripristinato a proprie spese le dotazioni sacre e gli arredi mancanti, decide di procedere al riacquisto del patrimonio che una volta era proprietà dei padri serviti, attingendo alle ricchezze della propria famiglia. L’Alessio contatta gli eredi Giterau e acquista alcuni lotti dell’ex convento.
1824 – 01 – 22
l’Arch. Valentino Presani, presidente della commissione d’ornato, presenta una relazione positiva sulla possibilità di adibire il convento a caserma
1824 – 01 – 27
Il comune delibera definitivamente l’acquisto del convento per farne una caserma, ma la cosa fortunatamente non ha seguito immadiato, forse per mancanza di fondi.
1826 – 02 – 21
Mons. Francesco Alessio acquista l’intero convento e la braida annessa da Maria Margherita Caterina ved. Vial, evitando così la destinazione decisa dal comune.
1826 – 09
Il comune prende in affitto alcuni locali del convento ad uso di scuola elementare.
1827 – 05
Mons. Francesco Alessio lascia la parrocchia e diviene canonico della Metropolitana.
1827 – 06
Il capitolo metropolitano e delegazioni di tutte le parrocchie giungono alla Madonna delle Grazie per una supplica per la salute dell’Arcivescovo Baldassarre Rasponi.
1828 – 03 – 19
Viene nominato nuovo parroco delle Grazie Mons. Giuseppe Franzolini. Si mette subito all’opera per un paziente lavoro di ricostruzione e recupero dei beni del Santuario. In questo senso riesce a ricomprare le tele del Tintoretto che decoravano la chiesa, nonché a far riconoscere nuovamente, avutone il permesso dal priore generale dei Servi, tutte le indulgenze e le concessioni che in passato i pontefici avevano concesso al Santuario.
1830
Si decise di risolvere il problema della facciata, che era ancora quella in cotto. Si incarica pertanto l’architetto Valentino Presani di proporre una soluzione, che egli trova progettando un maestoso pronao, costituito da un timpano poggiante su quattro colonne di pietra bianca di Brioni.
1831 – 07 – 17
La basilica viene consacrata dal vescovo di Udine mons. Emanuele Lodi.
1836
Il convento delle Mantellate Agostiniane diventa Ospedale per gli affetti da Colera, durante l’epidemia di quell’anno.
Voto cittadino alle Grazie per la cessazione della lunga epidemia di colera.
1838
Il convento delle Terziarie dei Servi di Maria o dei Sette Dolori, diventa un Ospedale Militare.
1838
Cominciano i lavori per il nuovo pronao.
1839 – 02 – 25
Muore Mons. Francesco Alessio. Con un legato testamentario lascia i beni alla fabbriceria delle Grazie ed ai poveri della parrocchia.
1841
Si fermano i lavori per il pronao della basilica a causa della mancanza di fondi. Riprenderanno nel 1850.
1845
Partono il lavori per il rifacimento di tre altari che erano ancora in legno: Il terzo a destra, dedicato ai Sette Santi; il primo a sinistra, dedicato alle reliquie; il terzo a sinistra, dedicato a San Pellegrino Laziosi. Fu sempre Valentino Presani a disegnarli, affidando l’esecuzione architettonica a Giacomo Vidussi di Udine, mentre le decorazioni furono opera di Antonio Baldissera da Gemona. Saranno terminati nel 1849.
1851 – 12 – 21
Viene inaugurato il nuovo pronao della basilica.
1854
Il parroco Mons. Franzolini riesce a ricostituire la Confraternita delle Grazie.
1862 – 08 – 24
Muore mons. Giuseppe Franzolini.
1864 – 06 – 11
Mons. Giuseppe Scarsini, carnico come il predecessore Franzolini, prende ufficialmente possesso della parrocchia.
1866 – 07 – 26
Il 26 luglio 1866 le truppe italiane entrano a Udine, in seguito alla III guerra d’indipendenza, che con la pace che ne conseguirà porterà il Friuli occidentale ad essere annesso al Regno d’Italia.
Con l’annessione del Friuli al Regno d’Italia, il clima verso le istituzioni religiose è teso, visto che non era mancata la propaganda di molta parte delle gerarchie ecclesiastiche e del vescovado a favore dell’Impero austriaco, difensore della Santa Sede e contro all’Italia, d’impronta decisamente laica. Si verificarono anche dei tumulti davanti al palazzo patriarcale.
1866 – 09 – 19
Con l’annessione, entrano in vigore anche a Udine alcuni provvedimenti per la soppressione di conventi e congregazioni emanati nel regno il 7 luglio 1866. Questo porta alla chiusura del convento delle Clarisse di Santa Chiara (attuale Uccellis). Le monache sfrattate vengono ospitate dal parroco nel Convento delle Grazie. Questo fatto costituì un’importante aiuto per Mons. Scarsini nella gestione del Santuario, permettendogli di intraprendere numerose iniziative per la diffusione del culto alla Vergine Maria.
1868
Inizia la pubblicazione il Bollettino “La Madonna delle Grazie”, che a partire da questa data viene stampato settimanalmente sino al 1877 quando le pubblicazioni vennero interrotte, anche per pressioni politiche
1868 – 06 – 29
Papa Pio IX con la bolla Aeterni Patris indice il Concilio Vaticano I.
1869 – 10
L’Arcivescovo Andrea Casasola sollecita una degna celebrazione per la ricorrenza, l’anno successivo, del centenario della costruzione della nuova cappella della Vergine. In seguito si attiva per far concedere da parte della Santa Sede l’incoronazione dell’icona della Vergine.
1868 – 12 – 08
Si apre il Concilio Vaticano I.
1870
In occasione del centenario della nuova cappella della Vergine, si volle procedere alla sua decorazione incaricando dell’opera il pittore Ferdinando Simoni, affiancato per le figure da Lorenzo Bianchini, che realizza otto angeli che simboleggiano altrettanti titoli attribuiti alla Madonna nelle invocazioni: le Grazie; l’Annunziata; la Natività; l’Immacolata Concezione; i Dolori; il Rosario; il Carmine; l’Assunta. I motivi floreali sopra le colonne su sfondo dorato sono opera di Giovanni Tomasoni di Udine, mentre le dorature del presbiterio sono di Giovan Battista Bonanni e Giacomo Monaglio, anch’essi di Udine.
1870
Il primo altare di destra, già dedicato a Sant’Antonio, viene dedicato alla Vergine dei Sette Dolori.
1870 – 09 – 05
Una solenne processione pone l’icona sull’altar maggiore per rimanere esposta all’adorazione nei tre giorni successivi in occasione dell’incoronazione.
1870 – 09 – 06
Viene incoronata solennemente l’icona della Vergine, come da decreto del Capitolo Vaticano. Iniziano tre giorni di festeggiamenti e celebrazioni durante i quali la facciata del santuario sarà riccamente illuminata da fiammelle a gas. Furono poste tre scritte sulla facciata.
Salutato la mattina da spari di mortaretti, l’Arcivescovo mons. Andrea Casasola celebra un solenne pontificale alla presenza del Patriarca di Venezia card. Giuseppe Trevisanato, già Arcivescovo di Udine, del Vescovo di Concordia mons. Nicolò Frangipane, del capitolo metropolitano in mitra e dei parroci della città in piviale.
Successivamente l’arcivescovo, benedette le corone, le pone sull’immagine, al suono delle campane del santuario, della città e dell’Arcidiocesi. Le corone d’oro, con incastonati brillanti, crisoliti, rubini, topazi e altre pietre, furono realizzate nella bottega di Luigi Conti, dal suo giovane figlio Pietro. I Conti avevano la bottega in piazza Duomo, a fianco dell’Ancona d’Oro, nelle case che sanno poi demolite alla fine degli anni Trenta per la costruzione dei palazzi INAIL, in particolare quello in cui attualmente ci sono gli sportelli della Banca Intesa. Appartenenti ad una famiglia di origini fiorentine che giunse ad Udine in epoca napoleonica, essi furono valenti artigiani. Pietro, formatosi alla scuola di arti e mestieri, fu incluso nel gruppo di otto “artieri” inviati nel 1867 dalla Camera di Commercio, a fini formativi, ad osservare l’Esposizione Universale di Parigi. Il suo talento avrà fama internazionale con l’ostensorio in stile neogotico premiato con medaglia d’argento all’Esposizione di Vienna del 1873 e pubblicizzato nel catalogo edito da Sonzogno. Il programma prosegue la sera, quando alle 17, vengono eseguiti i vespri solenni e il canto delle litanie, diretti dal maestro della cantoria della Metropolitana Michele Indri.
1870 – 09 – 07
Viene celebrato un solenne pontificale dal vescovo di Concordia Frangipane, assistito dai parroci cittadini. La sera canto solenne dei vespri e litanie sulla musica composta per l’occasione da mons. Jacopo Tomadini, che dirige il coro.
1870 – 09 – 08
La messa della mattina viene celebrata dal Patriarca di Venezia Trevisanato, mentre alle quattro del pomeriggio segue la celebrazione dei vespri cantati. Con solenne processione l’icona viene riportata nella sua cappella. La musica per questo giorno viene composta e diretta da mons. Giovanni Battista Candotti di Cividale. La giornata si conclude con uno spettacolo di fuochi d’artificio. L’afflusso di pellegrini in questi tre giorni è enorme, tanto che, come riportano i giornali, molti dovettero dormire sotto la Loggia del Lionello e presso le chiese.
1870 – 09 – 20
Breccia di Porta Pia: i soldati italiani entrano a Roma.
1871
Ancora una volta la famiglia Agricola provvede a finanziare il Santuario: il conte Nicolò a sue spese fa scolpire dodici statue raffiguranti gli apostoli da porre nelle nicchie sopra i pilastri, rimaste vuote dal 1750. Le statue sono realizzate dallo scultore Luigi Minisini di San Daniele (1816-1901) e poste nelle nicchie nel 1874.
1872
Nell’altare del Crocifisso, di fronte alla cappella della Vergine viene posta la pala di Vincenzo Lugaro, proveniente dall’acquisto di arredi della chiesa di Santo Spirito.
1874 – 09
Le statue degli apostoli realizzate da Minisini vengono poste nelle nicchie della navata.
1877
Cessano le pubblicazioni del bollettino della Madonna delle Grazie.
1877
Francesco Querini realizza la cornice dorata per la pala di Luca Monteverde.
1880
Si comincia la decorazione del soffitto della basilica, commissionando l’opera agli stessi due autori della cappella della Vergine: Simone e Bianchini. Si parte dall’abside.
1880
Il convento delle Mantellate Agostiniane viene ceduto alle autorità militari che lo trasformano in caserma.
1881
Viene effettuato un inventario degli archivi veneti da Bartolomeo Cecchetti. In questo studio si attesta che presso l’Intendenza di Finanza e l’Ufficio ipoteche da circa 70 anni sono conservati gli archivi della confraternita di San Gervasio e Protasio e della confraternita di Sant’Antonio consegnati, all’inizio del XIX secolo, al delegato napoleonico. I documenti consegnati al governo francese da parte delle congregazioni religiose presenti sul territorio friulano. Cecchetti rilevò che “negli archivi di tali uffici giacessero moltissimi documenti, anche pergamenacei, relativi a chiese, conventi e fraterne”. Poco tempo dopo i fondi vennero inventariati e versati al Comune di Udine che li depositò nella Biblioteca Civica.
1881 – 10 – 24
Viene fatta richiesta a Papa Leone XIII da parte del popolo della parrocchia e del parroco Giuseppe Scarsini, per tramite dell’Arcivescovo Andrea Casasola, di insignire di qualche onoreficienza parroco e parrocchia.
1882 – 05 – 23
Papa Leone XIII con Breve Pontificio, annullando qualsiasi scomunica o limitazione al culto sulla parrocchia, concede le insegne violacee al parroco delle Grazie ed ai suoi successori.
1884
Si comincia la decorazione della navata, che verrà terminata nel 1886.
1893
Viene collocato il nuovo altare maggiore, opera di Giuseppe Gregorutti e adornato dalle statue di Giuseppe e Gioacchino, scolpite da Ernesto Tonetti da Massa Carrara, oltre che dagli arredi d’argento ancora presenti.
1893
Viene istallato sul campanile un concerto di 5 campane in Re3, fusione realizzata dalla ditta Giovanni Battista De Poli l’anno precedente. Le tre grandi sono a slancio friulano mentre le due piccole a ¼ ambrosiano.
1893 – 06 – 05
Muore mons. Giuseppe Scarsini
1895 – 06 – 30
Fa il suo ingresso in parrocchia Mons. Pietro dell’Oste, nuovo parroco, già rettore della chiesa di San Pietro Martire.
1895 – 09 – 20
Primo giubileo dell’incoronazione dell’Icona. Cade quando da appena poco più di due mesi si è insediato il nuovo parroco mons. Pietro dell’Oste. Il poco tempo non permette di organizzare manifestazioni particolari per celebrare la ricorrenza. Ma Dell’Oste, che non era uomo da far passare gli anniversari del santuario senza lasciare segno, si propone di festeggiare l’evento entro il 25° anno.
1896 – 08 – 23
Mons. Dell’Oste organizza un grandioso pellegrinaggio per festeggiare i 25 anni dell’incoronazione.
Oltre all’Arcidiocesi di Udine sono coinvolti il Patriarcato di Venezia e le diocesi diConcordia, Ceneda, Treviso, Belluno e Feltre. Non mancarono le critiche dei giornali liberali, che vedevano in queste iniziative, che si andavano moltiplicando in Italia, eventi guidati da fini politici delle forze clericali. Tuttavia l’evento prese dimensioni tali, che già dai giorni precedenti allertò tutta la città e quegli stessi giornali si videro costretti a farne una fedele cronaca. Si dirà alla fine che forse solamente la visita di Vittorio Emanuele II il 14 Novembre 1866 o quella di Garibaldi il 1 marzo 1867, attirarono a Udine una folla di tali proporzioni.
Per l’evento viene creata una tessera del pellegrino, valida dal 22 al 27 agosto, che dava diritto ad ingressi e a sconti ferroviari. Ne sono stampate 24.000 e distribuite nelle diocesi, avendo in previsione di un afflusso superiore alle quindici mila persone, in base anche alle prenotazioni ferroviarie. Moltissimi però giungono con mezzi propri e alla fine il numero di pellegrini viene stimato alla vigilia in venticinque mila. Allestimento di sei treni speciali e otto omnibus a cavalli che fanno servizio continuativo tra la stazione e piazza Libertà. Vengono attivati sistemi di prenotazione per alloggiare i pellegrini anche in case private, oltre a permessi speciali per i pubblici esercizi per tenere aperto anche la notte tra il 22 e il 23 agosto. Le tabaccherie e le rivendite di coloniali hanno il permesso di rimanere aperte sino alla mezzanotte di domenica. Il quantitativo di pane prodotto dai forni cittadini è quadruplicato. I locali del seminario sono resi disponibili per ospitare i pellegrini, su volontà di mons. Pietro Antonio Antivari, vescovo ausiliare di Udine e già rettore del seminario. Viene consentito il solo ingresso in basilica dal portale principale e l’uscita da quelli sui lati. Al centro della basilica ci si può comunicare ininterrottamente per tutta la giornata per poi recarsi nelle varie chiese della città per le orazioni di ringraziamento. Rappresentanze di associazioni cattoliche, confraternite e altre formazioni sono disposte sopra il sagrato e la scalinata con i rispettivi con gonfaloni. Un cordone di fanteria lascia il giusto spazio tra piazza I Maggio, che allora si chiamava piazza d’Armi, e la scalinata del Santuario, per ordinare l’afflusso dei pellegrini. Sin dalle ore 3 di questo giorno cominciano le messe in basilica e proseguono sino alle 8, quando viene sgombrato l’interno in preparazione delle solenni celebrazioni. Poco prima delle 9 arrivano in carrozza mons. Pietro Antonio Antivari e mons. Francesco Isola, vescovo di Concordia. Sono fatti giungere per Via Pracchiuso, in quanto la folla in piazza è tale che risulta impossibile attraversarla, men che meno in carrozza. Alle 9, sotto un cielo piovoso, parte la processione con l’immagine della Madonna delle Grazie, tra innumerevoli stendardi di associazioni cattoliche e numerosissima schiera di sacerdoti e religiosi, allietata da quattro bande musicali: di Gemona, di Nogaredo di Prato, di Colugna e di Feletto. Manca quella di Madrisio perché… ha perso il treno. La processione passa per piazza I Maggio sino allo slargo di Via Portanuova, poi si dirige verso via Liruti che percorre sino all’attuale Largo delle Grazie, per giungere infine alla gradinata delle Grazie. Qui viene esposta l’icona verso la piazza. Alle 10 si tiene la solenne messa pontificale all’interno della basilica, seguita da una alle ore 11 dalla gradinata dove fu allestito un altare mobile, per far assolvere il precetto ai tanti pellegrini che non possono entrare in chiesa. Celebra il parroco mons. Dell’Oste. Dopo mezzogiorno il tempo volge al bello. L’icona rimane esposta sino al giorno dopo quando viene riposta nella propria cappella.
Mons. Dell’Oste per l’occasione pubblica un numero unico sul Santuario delle Grazie, un opuscoletto in folio di quattro pagine, con note sulla storia del santuario e il programma dei festeggiamenti.
1897
Restauro dell’Icona della Madonna delle Grazie.
1900
Vengono demolite le case di Vicolo delle Grazie, a fianco alla Basilica, che sorgevano nell’area antistante all’odierno Largo delle Grazie. Verrà costuita una centralina idroelettrica a turbina da Arturo Malignani.
1900 – 06 – 10
L’oratorio di San Valentino, adibito già da tempo ai più svariati usi, viene acquistato dal parroco delle Grazie dagli eredi di Maria Gobessi Scrosoppi.
1900 – 09 – 08
Solenne pontificale in basilica presieduto dal Patriarca di Venezia Giuseppe Sarto futuro Pio X. Per l’occasione fa stampare 25 mila litografie riproducenti l’icona della Vergine.
1901
Mons. Dell’Oste fa collocare un portale settecentesco per l’uscita detta “del Vicolo”, quella laterale all’inizio della navata, sulla sinistra. Questo portale era stato acquistato nel lapidario dei magazzini comunali ed era quello appartenente al collegio dei Barnabiti in piazza Garibaldi (dove oggi c’è la scuola Manzoni), ristrutturato qualche anno prima.
1901 – 12 – 29
L’oratorio di San Valentino viene riconsacrato al SS. Redentore con una celebrazione officiata dall’Arc. Pietro Zamburlini.
1902
Viene collocata l’attuale Via Crucis in Basilica, un’opera in cartapesta realizzata a Roma dalla ditta Rosa Zanaria & C., andando a sostituire la precedente costituita da stampe.
1902
Mons. Dell’Oste scrive un articolo sulla Madonna delle Grazie per l’Almanacco delle famiglie cattoliche dell’editore Desclèe, che ha una tiratura di 100 mila copie.
1903
Sulla facciata di San Valentino, in autunno viene apposto dalla ditta Giovanni Tonini e figli il timpano frontale con la scritta: “D.O.M. in Honorem S. Valentini M. MCMIII”.
1911 – 09 – 06
Viene approvato il culto di fra Bonaventura da Forlì.
1912-12-31
Nell’anno in parrocchia si sono registrati 114 battezzati, 67 cresimati, 102 ammessi alla I comunione, 24 matrimoni, 48 defunti (esclusi quelli deceduti in ospedale).
1913 – 01
Esce il primo numero del foglio periodico “Bollettino di lettura mensile per i parrocchiani delle Grazie in Udine”.
1914
Su stimolo di Mons. Dell’Oste il dott. Giuliano Mauroner dona agli abitanti di San Gottardo, che anelavano ad un loro luogo di culto, la chiesa di sua proprietà, l’attuale San Gottardo. Essendo nella sua giurisdizione, diviene in principio cappellania delle Grazie.
1915
L’oratorio di San Valentino viene requisito dal nostro comando per farvi un deposito di materiali bellici.
1915 – 12
Il foglio periodico di lettura interrompe le sue pubblicazioni per motivi bellici.
1917 – 10 – 24
Rotta di Caporetto.
1917 – 10 – 29
Occupazione austro-tedesca di Udine.
1918 – 01
Assume il comando della città di Udine il generale Rohn von Verbas che da corso, in base alle direttive del comando, ad una requisizione generale dei metalli che prevede anche la confisca delle campane di tutte le chiese. Si salveranno solo quelle della Madonna delle Grazie, del Seminario e del Cimitero. Dice Ferruccio Costantini nel suo “Udine nel suo anno più lungo” che Boroevic volle salvare le campane del Santuario perché avrebbero dovuto squillare all’annuncio della vittoria austriaca, dato da lui stesso dalle finestre del Liceo.
1918 – 11 – 03
Liberazione di Udine
1920 – 08 – 29
Cominciano i festeggiamenti per il cinquantesimo dell’incoronazione della Madonna delle Grazie. Anche questa memoria cade in anni difficili. Si era all’indomani della Prima Guerra Mondiale e il clima era segnato da forti tensioni sociali. In questi giorni c’è lo sciopero nazionale dei metallurgici: la ferriera di Udine, pur continuando nel suo lavoro, è occupata e su di essa sventola la bandiera rossa. Ma ancora una volta, al di là delle contingenze politiche dei tempi, la devozione verso la Madonna delle Grazie continua ad esprimersi in maniera autonoma, visibile ed intensa.
A ridosso dell’anniversario si celebrò un triduo solenne che vide partecipare pellegrini da vari paesi e si annota che solo dalla slavia friulana ne giunsero circa sette mila, per i quali predicò don Blasuttig con esecuzione di canto liturgico del coro di Vernasso. Il 5 pontificale dell’Arcivescovo di Udine.
1920 – 09 – 08
Culmine del triduo di festeggiamenti per il cinquantesimo dell’incoronazione. Pontificale del Patriarca di Venezia Card. Pietro La Fontaine alla presenza dell’arcivescovo mons. Anastasio Rossi. Si celebra con l’accompagnamento liturgico della messa di San Geminiano per coro a quattro voci e orchestra diretta dal maestro Guglielmo Mattioli. Il concorso di folla è enorme e piazza e gradinata risultano piene di gente. Memorabile rimase la processione “aux flambeaux” dell’icona e santissimo lungo il perimetro dell’elisse della piazza, tra una folla sterminata, calcolata tra le quindici e venti mila persone, che al termine viene illuminata da bengala multicolori, rendendo la scena grandiosa.
1922 – 06 – 21
La chiesa della Madonna delle Grazie viene dichiarata con decreto pontificio Basilica Vaticana Minore.
1923 – 07 – 01
Giungono da Monte Berico presso Vicenza i frati della nuova comunita di Udine.
1923 – 07 – 02
I Servi di Maria fanno ufficialmente ingresso nel Santuario della Beata Vergine delle Grazie.
1924
Giovanni Moro viene incaricato di realizzare una pala raffigurante i Sette Santi Fondatori, quella che oggi si vede nell’altare omonimo, il terzo di destra nella navata.
1924 – 10 – 24
I Servi subentrano nella gestione della Parrocchia.
1925
Viene eletto parroco e priore padre Alfonso M. Benetti, che rimarrà in carica sino al 1930, oltre a ricoprire quella di Rettore provinciale della Provincia Veneta (carica mantenuta sino al 1937) e divenire, dal 1938, Priore generale dell’Ordine.
1926
La sezione dell’Associazione Nazionale Alpini che aveva sede alla Di Prampero, si pone sotto la protezione della Madonna delle Grazie.
1930
P. Ferdinando Maroso subentra come parroco a p. Alfondo Benetti,
1930
Viene realizzata da Giuseppina Berghinz una pala raffigurante Santa Giuliana Falconieri, posta sull’altare delle reliquie, oggi dedicato alla santa (primo della navata, a sinistra).
1936
L’icona della Madonna delle Grazie negli anni Trenta del Novecento è per i friulani un simbolo vivo e presente. Ne sono testimonianza le numerose copie che furono inviate in vari paesi del mondo per lenire la nostalgia di chi si stabiliva lontano dal Friuli, in cerca di lavoro e fortuna. Una tra le più celebri quella su tela dipinta da Carlo Donadon e incorniciata dal falegname Bonanni, che fu inviata ai lavoratori friulani dell’Africa Orientale Italiana dopo una solenne cerimonia.
1938
La signora Anna Cecutti, originaria di Codroipo fa benedire una copia dell’icona dal Vescovo di Concordia, che verrà poi inviata alla chiesa italiana di Sudbury in Canada dove viveva con la famiglia da trent’anni.
1938
Viene edificata una chiesa ad Heidelberg, nei pressi di Johannesburg in Sudafrica, retta dai Servi di Maria, dove viene inviata una copia dell’icona.
1940
Gli alpini presenti in Albania richiedono una copia dell’icona da porre in una chiesa a lei dedicata nella città di Kukës.
1940 – 06 – 10
L’Italia entra in guerra.
1940 – 07
Viene nominato priore del convento p. Tarcisio M. Sgarabotto.
1941 – 05 – 24
Si riesce ad esaudire la richiesta del Cappellano del Battaglione Cividale, don Bruno Martignon, che poco prima della guerra voleva una copia del quadro della Madonna delle Grazie da porre in una chiesa eretta a Kukës in Albania, dove l’unità era di stanza. Il parroco p. Ferdinando M. Maroso benedice il quadro riprodotto dal pittore Bellini di Udine, realizzato grazie ad una sottoscrizione dei fedeli. Frattanto però il Cividale era già stato inviato in Grecia, affrontando una durissima campagna. Poi gli toccherà con tutta la divisione la prova della Russia.
1944
Si apre una sottoscrizione per rifare il pavimento della Basilica, a cui concorrono numerosissimi devoti: i più con piccole cifre e i pochi abbienti con donazioni più sostanziose.
1944 – 01 – 30
L’Arcivescovo Mons. Nogara indice un voto cittadino alla Madonna delle Grazie per la protezione della città, da sciogliersi a guerra finita.
1944 – 01 – 31
Anche gli udinesi prendono contatto diretto con i bombardamenti. Dopo i molti allarmi senza nessuna conseguenza concreta, tanto da venire generalmente sottovalutati, avviene il primo bombardamento, costituito da due sole bombe ma tra i più pericolosi per il Santuario perché una cade in piazza I Maggio, ai piedi del colle, rompendo probabilmente anche alcune vetrate del convento. La seconda bomba colpisce le case in fondo a via Mercatovecchio, distruggendo l’edificio in cui c’era il negozio di Querini e la Drogheria Minisini. Si registra una vittima.
1944 – 02 – 20
Si celebra solennemente alle Grazie un triduo in preparazione al voto, a cui partecipa una grande moltitudine di popolo.
1946
P. Maroso termina il suo incarico di parroco.
1949 – 07 – 28
Muore mons. Pietro Dell’Oste, che ha continuato a vivere presso il convento delle Grazie dal 1923.
1953 – 12 – 08
Pio XII apre l’Anno Mariano. L’Anno Mariano vede la Madonna delle Grazie meta di una fervida devozione.
1954 – 03 – 28
il Patriarca di Venezia Card. Angelo Roncalli, futuro papa Giovanni XXIII, visita la Basilica, fermandosi in adorazione del Santissimo.
1955
Il Fondo Congregazioni Soppresse, custodito presso la Biblioteca Comunale fino al quest’anno, viene trasferito presso l’Archivio di Stato di Udine. Tuttavia, materiale documentario pertinente alle congregazioni soppresse rimane giacente presso la Biblioteca Comunale.
1956
Si decide di porre mano alla vecchia chiesa del Santissimo Redentore in fondo a via Pracchiuso, che fu la prima chiesa di San Valentino e che da oltre un cinquantennio si utilizzava come magazzino: negli ultimi tempi per dei mobili. Grazie alla donazione cospicua del cav. Gregorio Job, si può ristrutturare ed intitolarla, su desiderio del benefattore, a S. Antonio da Padova.
1957, 10 marzo
È ufficialmente inaugurata la chiesa di S. Antonio da Padova. Il 13 giugno successivo viene celebrata una solenne festa del Santo.
1957, 7 ottobre
Inizia la demolizione del vecchio professato e la costruzione del nuovo, realizzato dall’impresa Andrea Bulfon su disegno dell’arch. Luciano Ria.
Sul finire degli anni Cinquanta si ha un nuovo slancio pastorale verso i giovani. Questi sono anni di grande impegno anche nel rinnovo delle strutture. Sorge la necessità di rifare il nuovo professato, cioè gli alloggi per gli studenti professi che frequentavano il Liceo classico a Udine. Le lezioni allora erano interne al convento, tenute dai padri o da professori esterni. Tuttavia, chi voleva poteva frequentare o tenere gli esami presso il vicino Liceo Stellini. Poi gli studenti sarebbero andati a frequentare il corso di teologia a Monte Berico di Vicenza. Necessitavano però di strutture più moderne e ampie.
1958, luglio
Viene nominato parroco padre Anselmo Busatto, già parroco e priore a Santa Maria di Follina. Il suo trasferimento a Udine è richiesto ai superiori dal neo Arcivescovo Giuseppe Zaffonato, che proveniente dalla diocesi di Vittorio Veneto era a conoscenza del grande sviluppo che l’Azione Cattolica aveva avuto a Follina, sotto la sua guida. Vuole quindi che egli a Udine faccia altrettanto.
1959, 25 gennaio
Papa Giovanni XXIII annuncia la convocazione di un Concilio Ecumenico
1959, 6 aprile
Viene inaugurato il nuovo professato alla presenza del Priore Generale dei Servi, p. Alfonso M. Montà. Nello stesso anno giunge a termine anche il cinema Roma, che aveva la sede all’interno della struttura con accesso dal cortile, dove oggi c’è il centro culturale.
1959, 24 agosto – Gita parrocchiale con il parroco p. Anselmo Busatto.
1961
Viene fatto un restauro del pronao della basilica, guidato dall’architetto Ria.
1961
Viene trasferito a Udine padre David Maria Turoldo, originario di Coderno di Sedegliano. Vi resterà sino al 1964. Anche qui da vita ad alcune iniziative che ebbero molto successo quando era a Milano, come l’istituzione della Messa della Carità e il cineforum presso il Roma. In questo periodo, padre Turoldo girerà anche il film “Gli Ultimi” con l’aiuto del regista Vito Pandolfi.
1962
Si da inizio alla demolizione delle casupole che circondano il cortile e che si affacciano su Via Pracchiuso, per costruire la nuova Casa della Gioventù delle Grazie
1962, 11 ottobre
Iniziano i lavori del Concilio Ecumenico Vaticano II.
1963
Nasce una nuova parrocchia dedicata a San Paolino, con sede in viale Trieste e che prende una parte del territorio parrocchiale.
1963, 10 aprile
Si comincia a demolire l’edificio vicino alla Basilica delle Grazie, dove aveva sede la locanda “Alle nuvole”, tra l’altro dalla fama piuttosto ambigua. Sorgeva più precisamente in Largo delle Grazie dove oggi c’è il parcheggio e il giardinetto sulla roggia. L’edificio era da tempo fatiscente e al suo posto si vuole creare l’attuale piccolo parco. Padre Turoldo è piuttosto assiduo nel controllo dei lavori, intervenendo con raccomandazioni e indicazioni presso l’impresario. Questi, spazientito da questa spina nel fianco, si prende una piccola vendetta realizzando una fontanella sul muro di cinta: la testa che sputa dell’acqua viene scolpita con le sembianze del frate.
1963 – 10 – 06
Si inaugura la nuova casa dell’Azione Cattolica. Questa, assieme al cinema che si trova a fianco del Professato, è un mezzo per offrire uno svago culturale ai giovani della parrocchia, ma anche ai moltissimi militari presenti in città, i quali, in gran parte concentrati nelle caserme di Via Cividale e alla Di Prampero, durante le libere uscite gravitavano molto sul territorio della parrocchia.
1964 – 01 – 04
Viene concessa l’agibilità al Cinema Roma anche come teatro, cosa che permette, oltre alle rappresentazioni, anche di creare un gruppo parrocchiale per delle attività teatrali.
1965 – 12 – 08
Si chiude il Concilio Ecumenico Vaticano II.
1966 – 10
Giungono ospiti al convento sei giovani padri che sono destinati alle missioni di Messico, Cile e Sud Africa. A loro si aggiunge p. Luciano M. Torniero, che da due anni faceva parte della comunità delle Grazie di Udine e svolgeva il ruolo di cappellano della parrocchia.
1967
Comincia il restauro del chiostro. Si decide di spostare gli ex voto fino ad allora esposti sulle pareti.
1967
Ci sono ulteriori cambiamenti nell’organico della comunità. Viene eletto nuovo priore P. Silvestro M. Caron, mentre ancora un altro padre viene destinato alle missioni: nel dicembre, p. Damiano Caldognetto, a lungo responsabile della Messa della Carità e direttore del bollettino, parte per il Sudamerica e dopo 29 giorni di nave giungerà alla destinazione di Santiago del Cile.
1967
I fedeli della parrocchia di San Gottardo, nata da quella della Madonna delle Grazie, portano a compimento la costruzione della scuola materna Giovanni XXIII e, sciogliendo il voto fatto a suo tempo, partecipano ad una messa solenne in basilica, celebrata dall’Arcivescovo alla presenza di Giuseppe Roncalli, fratello di Papa Giovanni XXIII.
1968
Nell’estate, fa notizia il pellegrinaggio al Santuario di Marina Marinelli in Pensi, che ha percorso 1200 km a piedi, dall’Isola d’Elba sino a Udine, per sciogliere un voto pronunciato il 20 agosto 1944, quando lavorava alla caserma Di Prampero, per scampare alla deportazione a Mauthausen. In quei giorni difficili trovò rifugio presso il vicino convento e riuscì a salvarsi.
1968
Nell’autunno di questo stesso anno la comunità è composta da dieci padri e sei fratelli, mentre gli studenti liceali sono 21.
1969 – 02 – 11
Si tiene presso la basilica delle Grazie il convegno di tutte le suore dell’Arcidiocesi, che convergono qui dalle loro molteplici attività, non solo case religiose, ma asili, scuole, ospedali, luoghi di cura. Cercano di riflettere su una nuova pastorale e come rispondere meglio alle esigenze del mondo che cambia.
1969 – 10
Inizia un restauro del chiostro da parte delle Belle Arti ed una pulitura della basilica dai sedimenti dei fumi delle candele, che avevano annerito i vari affreschi e marmi. Con una spesa piuttosto onerosa si rifà anche l’illuminazione elettrica. Questi lavori furono eseguiti in vista della ricorrenza del centenario dell’incoronazione della Madonna delle Grazie, avvenuta nel 1870.
Locandina di una rappresentazione al Cinema Teatro Roma.
1970 – 09 – 08
Solenne celebrazione del centenario dell’incoronazione dell’icona delle Grazie, culmine di varie iniziative culturali che ne fecero memoria, svolte nei mesi precedenti.
1971 – 01
Terminano i lavori di ripulitura e d’illuminazione, che hanno incluso anche il ritocco o, in certi casi, il rifacimento delle decorazioni del 1949, da parte dell’artista Silvio Pavon da San Giorgio di Nogaro. A questi interventi si sono aggiunti lavori di restauro esterno della Basilica, su muri e coperture, cogliendo così l’occasione di mettere in evidenza, scoprendo alcuni mattoni, le dimensioni della vecchia chiesa cinquecentesca, prima dell’ampliamento del Settecento. Si possono ancora vedere.
1971 – 03
Anno di grandi lavori! Si rifà l’ormai vecchio ed insufficiente impianto di riscaldamento, risalente al 1955, bisogno dettato anche dal fatto che le serpentine poste sotto alcune parti del pavimento lo stavano danneggiando.
1971 – 11 – 16
Durante la festa di tutti i santi e beati dell’Ordine dei Servi di Maria, con una solenne concelebrazione, viene intitolata al Beato Bonaventura da Forlì, morto a Udine nel 1491. Durante la celebrazione viene posta un urna sotto l’altare, contenente i resti del Beato. Nei mesi precedenti c’era stato il restauro della vecchia cappella della Madonna, che viene così resa più funzionale e adattata anche per la celebrazione dei battesimi.
1972 – 04 – 29
Pre Checo Placereani celebra una messa in friulano per ricordare il patriarca di Aquileia Marquardo di Randek, con un’omelia interamente in friulano. Questa celebrazione è inserita in una sua iniziativa: una messa in lingua friulana in basilica ogni ultimo sabato del mese.
1972 – 07 – 30
Celebra in Basilica Giovanni Franzoni, abate benedettino di San Paolo Fuori le Mura di Roma, partecipante alla VI marcia antimilitarista che si snodava per Trieste, Redipuglia, Cormons, Gorizia, Udine, Peschiera.
1972 – 09 – 10
Si apre a Udine il Congresso Eucaristico Nazionale, che inizia con una celebrazione in basilica presieduta dal Patriarca di Venezia, Cardinale Albino Luciani, futuro Papa Giovanni Paolo I. Il Congresso si conclude solennemente con la visita di Papa Paolo VI, che celebra l’Eucarestia in piazza I Maggio, davanti alla Basilica. Il Papa siede su una poltrona fornita dal Santuario su cui si sono già seduti i futuri Papa Pio X e Giovanni XXIII. Si concluderà il 17.
1972 – 11 – 30
L’Arcivescovo Giuseppe Zaffonato celebra in basilica una messa di ringraziamento al termine del suo impegno episcopale nell’Arcidiocesi, testimonianza della sua vicinanza, durante tutto il suo ministero, al Santuario. Si trasferirà a Vicenza e gli succederà Mons. Alfredo Battisti.
1972 – 12
Viene istallata la vetrata che si trova all’ingresso della basilica, progettata dall’arch. Mirella Ria e realizzata dalla Poliarte di Verona.
1973 – 09 – 08
Varie celebrazioni ricordano il 50° anniversario del ritorno dei Servi di Maria al Santuario delle Grazie, sino a culminare in una concelebrazione, l’8 settembre, presieduta dall’Arcivescovo Battisti e con la presenza di fra Mariano Todero, unico superstite dei protagonisti di quel ritorno.
1975 – 01 – 26
All’interno delle messe del sabato in friulano, pre Checo Placereani, alla presenza dell’Arcivescovo presenta la nuova traduzione dei salmi in lingua friulana.
1975 – 05
L’Arcivescovo Battisti visita il Santuario per un’incontro con la comunità dei frati Servi di Maria, all’interno di una visita a tutte le parrocchie e comunità religiose dell’Arcidiocesi, al fine di ricavare un ritratto della chiesa friulana e del suo cammino pastorale.
1975 – 06
Mons. Emilio Pizzoni, vescovo ausiliare, celebra alle Grazie la messa per il suo 50° anniversario di sacerdozio.
1976 – 04 – 24
Dopo molti anni, si compiono delle ordinazioni. Da Mons. Battisti vengono infatti ordinati diaconi fra Roberto Cocco e fra Silvano Danieli, appartenenti alla comunità di Udine, insieme a fra Giorgio Zeini. Fra Roberto e fra Silvano saranno figure molto attive e a lungo presenti nella comunità delle Grazie.
1976 – 05 – 06
Terremoto del Friuli. Si abbatte sul Friuli questa grande sciagura. Un devastante terremoto distrugge moltissime case, radendo al suolo interi paesi della pedemontana. Saranno giorni di lutto, dolore e scoramento. I friulani però sapranno trovare la determinazione e la tenacia per iniziare la ricostruzione. Anche la fede nella Madonna delle Grazie, sempre invocata nei momenti di pericolo e dolore, aiuterà in questa impresa.
I frati mettono a disposizione spazi del convento per chi ha necessità di alloggio. L’oratorio viene invece destinato ad accogliere alcuni parrocchiani, specie di Via Pracchiuso e Via Tomadini, che abitando in case piuttosto vecchie ed hanno avuto alcuni danni (tra i pochi in città) che fanno dubitare della sicurezza statica degli edifici. La comunità dei frati e quella parrocchiale cercano di dare un aiuto concreto a chi è stato più duramente colpito dal terremoto, così la parrocchia si gemella con la frazione di Coja di Tarcento, in cui molti volontari si recano per aiutare nella ricostruzione.
1976 – 05 – 09
Si celebra la messa nel cortile, in quanto non si sa quale sicurezza possa offrire la basilica. Durante il terremoto, infatti, 15 metri di cornicione del lato destro della basilica sono crollati sfondando il tetto dell’ala nord del convento. Alcune crepe si sono palesate all’interno della chiesa. Anche il campanile non viene utilizzato, come quelli di quasi tutta la città, per precauzione. Con sofferenza, sapendo quanti in quel frangente vorrebbero poter pregare davanti all’icona della Vergine, i frati sono costretti ad affiggere il cartello “CHIUSO”. Solo dopo le verifiche statiche, il 6 giugno, si può riaprire al culto la Madonna delle Grazie e ritornare a celebrare all’interno.
1976 – 08
L’Arcivescovo Battisti decide di celebrare la festa dell’Assunta alle Grazie, “per portare qui il dolore e la speranza del popolo friulano, così duramente colpito dal sisma”. Concelebrano padre David Maria Turoldo e il priore della comunità, padre Ferdinando Perri.
1976 – 09 – 11
Due forti scosse di terremoto.
1976 – 09 – 15
Due forti scosse di terremoto. La scossa delle 11,25 si verifica mentre in basilica si celebrava un matrimonio.
1976 – 12
Dicembre chiude un anno molto duro, divenuto uno spartiacque per ogni friulano. Nel presepio fatto in basilica quell’anno, Gesù nasce tra le macerie. Si trova però la forza, aiutati anche dalla fede, di guardare al futuro e di ricostruire i tanti paesi distrutti.
1977 – 04 – 24
Fra Silvano Danieli, ordinato diacono l’anno precedente, viene ordinato sacerdote e celebra la sua prima messa alle Grazie
1977 – 09 – 08
Si inaugura una settimana di riflessione e preghiera sul Friuli terremotato. Partecipano tra gli altri l’Arcivescovo Battisti e p. David Maria Turoldo. Si chiuderà il 15.
1978 – 06 – 06
Nel 1978 il terrorismo in Italia raggiunge l’acme con il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro. Anche la nostra città ne fa esperienza in questa giornata: il maresciallo Antonio Santoro, comandante degli agenti di custodia del carcere di Udine, parrocchiano delle Grazie, viene assassinato in Via Spalato da Cesare Battisti, esponente dei PAC (Proletari Armati per il Comunismo). Le esequie vengono celebrate l’8 giugno in basilica dall’Arcivescovo Battisti.
1978 – 08 – 06
Muore a Castel Gandolfo papa Paolo VI.
1978 – 08 – 26
Viene eletto papa il cardinale Albino Luciani, patriarca di Venezia. Si impone il nome di Giovanni Paolo I.
1978 – 09 – 28
Muore papa Giovanni Paolo I.
1978 – 10 – 16
Viele eletto papa il cardinale Karol Józef Wojtyła. Si impone il nome di Giovanni Paolo II.
1978 – 12 – 08
Iniziano le celebrazioni per il quinto centenario dell’arrivo dei Servi di Maria a Udine. Varie saranno le celebrazioni in quest’anno, rese solenni da questa ricorrenza. Tra le altre la celebrazione del Corpus Domini cittadino, tenutosi alle Grazie. Ci saranno poi diverse manifestazioni culturali legate all’anniversario, tra cui una mostra nel chiostro e la pubblicazione di un volume a cura di Emilio Bedont ed edito dalla Filologica Friulana, in cui saranno raccolte le immagini di tutti gli ex voto. Si tengono varie iniziative culturali e conferenze, tra cui quella che il priore di Udine, p. Luigi De Candido, tiene presso la F.A.C.E. (Famiglia degli Artisti Cattolici Ellero) presso la Sala Brosadola di Via Treppo, assieme a don Dario Savoia, al prof. Giuseppe Bergamini e al pittore Arrigo Poz.
1979
Si celebrano i doni spirituali della comunità: p. Patrizio Antonutti, friulano, che in quest’anno celebra i quarant’anni di messa e p. Angelico Sgarbossa che a Trieste viene ordinato sacerdote a 57 anni e celebra la sua prima messa nel Santuario di Udine, dove per otto anni aveva fatto parte della comunità.
1979 – 02 – 18
Si celebra la festa dei Sette Santi Fondatori, dove il priore provinciale ha presieduto la messa delle ore 11, concelebrata assieme al parroco priore di Udine Giuseppe Xotta e ad altri frati. La messa delle ore 17 è animata dalla Cappella Musicale di Monte Berico diretta da p. Ruggero Pitton.
1979 – 05 – 01
Viene inaugurata alla presenza dell’Arcivescovo Battisti e dell’on. Giuseppe Zamberletti la grande opera di Arrigo Poz posta all’ingresso del Santuario, voluta dalla Federazione Coltivatori Diretti del Friuli a ricordo delle vittime del terremoto. In quello stesso mese, dopo tre anni, si torna ad udire il caro suono delle campane della Madonna delle Grazie, silenziate dalla notte del 6 maggio 1976 per problemi di staticità del campanile.
1979 – 05 – 12
l’icona della Vergine inizia un pellegrinaggio nella forania di Codroipo dove si succederanno varie celebrazioni. Il pellegrinaggio termina il 20 maggio.
1979 – 08
Dopo un restauro viene riesposta la cosiddetta “Maschera del Diavolo”.
1979 – 09 – 16
Culminano in questa giornata le celebrazioni del V centenario, termine della settimana celebrativa dall’8 al 16 settembre 1979. Si tiene una grande processione che porta l’icona della Vergine in piazza Libertà davanti alla Loggia del Lionello, dove il Sindaco, a nome di tutta la città e contornato da una grande folla, alla presenza del Cardinale Florit e dell’Arcivescovo Battisti, rende omaggio alla Madonna delle Grazie. Da qui l’icona giungerà in Duomo per la solenne concelebrazione.
1980
Si rende necessario una ristrutturazione e un riassetto delle funzioni dei locali del convento per una razionalizzazione degli spazi. La comunità si trova in una fase di stallo decisionale e pertanto si demanda la decisione al consiglio provinciale, che decide la ripartizione: gli ambienti per la comunità al primo piano e quelli legati al santuario (penitenzieria – bollettino – cancelleria – pinacoteca – biblioteca) al piano terra.
1980 – 03 – 18
Più di cento sacerdoti del movimento sacerdotale mariano, guidati dall’Arcivescovo mons. Battisti, rendono grazie con una liturgia eucaristica alla Madonna.
1980 – 04 – 04
Venerdì Santo, un gruppo di giovani della parrocchia organizza una rappresentazione dal titolo “Giobbe: uomo di sempre”, su un testo appositamente scritto da padre David Maria Turoldo.
1980 – 05 – 11
Si costituisce presso il Santuario un Gruppo Missionario che dopo un periodo di preparazione, per reperire fondi da destinare alle missioni, in questa data organizza una mostra mercato di oggetti provenienti dai vari continenti.
1980 – 06 – 08
Per reperire fondi alle molte esigenze del Santuario e della Parrocchia, in questo anno si da una fisionomia più da sagra alla Festa dei Fiori che si tiene la seconda domenica di giugno.
1980 – 09 – 08
Celebrazione della IV settimana mariana dall’8 al 15 settembre. Momento di riflessione spirituale, con una serie di conferenze su vari carismi della Vergine, culminata con la celebrazione dell’Addolorata da parte del vescovo ausiliare mons. Emilio Pizzoni.
1980 – 10
La comunità è composta da 17 frati. Priore è Luigi De Candido e parroco Giuseppe Xotta. Gli altri frati sono: Antonutti Patrizio; Bernardi Antonio; Berti Carlo; Caldognetto Federico; Cocco Roberto; Danieli Silvano; Ganassin Eugenio; Gugole Giustino; Mulas Salvatore (della provincia Toscana); Pivato Battista; Plotzer Lorenzo; Primon Romano; Ravagnolo Valentino; Serafini Amadio; Serpelloni Carlo.
1981 – 02 – 15
Esplode una bomba a base di tritolo presso la nuova ala dell’istituto tecnico commericale “Cecilia Deganutti”. Viene interessata dall’esplosione anche parte dell’adiacente vecchia sede, il vicino asilo nido e il centro per handicappati su Via Diaz. Per un periodo parte degli studenti della scuola usufruiranno delle aule dell’oratorio delle Grazie per continuare il regolare andamento delle lezioni.
1981 – 05
Come l’anno precedente e qualche anno prima ancora, si consolida la tradizione di una sacra rappresentazione da parte dei giovani della parrocchia, che in questa occasione affrontano le figure di Isaia e Geremia unite alla parte finale del Vangelo di Giovanni.
1981 – 05 – 31
Si svolge la “Fiaccolata della Speranza”, processione cittadina del Corpus Domini, organizzata dall’associazione La Nostra Famiglia e la Comunità Piergiorgio. Ha caratteristiche tutte particolari: viene che con amici dei portatori di handicap che con essi svolgono un cammino partendo dalla parrocchia di San Paolino giungono alle 22 davanti alla Madonna delle Grazie.
1981 – 11 – 01
La basilica si riempie di famiglie, giovani e parenti, per salutare p. Carlo M. Serpelloni, che lascia la comunità di Udine per recarsi nella missione argentina di Las Toscas. Lasciano la comunità, destinati altrove, i frati: Carlo Berti; Eugenio Ganassin e Salvatore Mulas, mentre giunge a Udine Giorgio Zeini.
1981 – 11
Pochi giorni più tardi, durante la celebrazione per la Giornata del Ringraziamento della Coldiretti, viene donata al Santuario una pianeta ricamata, raffigurante da una parte l’icona miracolosa delle Grazie e dall’altra il cav. Giovanni Emo che dona l’icona ai Servi di Maria. I soggetti sono stati disegnati dal pittore Arrigo Poz, ispirato dal V centenario della presenza dei servi a Udine e con rimandi anche alla chiesa aquileiese, e realizzati dalla ricamatrice Elena Milani, che ha cominciato il lavoro alla fine del 1978 e terminato a metà del 1981. Ancora oggi la bella pianeta è utilizzata per molte celebrazioni solenni.
1981 – 12 – 12
Giunta in città su invito della Caritas, fa una breve visita al Santuario Madre Teresa di Calcutta, soffermandosi in preghiera davanti all’icona per alcuni minuti.
1982 – 02
Viene allestita una mostra su San Valentino in Borgo Pracchiuso, traendo occasione dai quattrocento anni trascorsi dalla sua abilitazione a parrocchia, celebrato l’anno precedente. Viene relizzata con la collaborazione della Biblioteca del Convento “Paolo Sarpi” e vi sono esposti documenti degli archivi delle Grazie, della Confraternita di San Valentino, della Vicinia di Pracchiuso.
1982 – 04
La comunità è formata da 13 frati: Antonutti Patrizio; Bernardi Antonio; Caldognetto Federico; Castellan Luciano (priore); Chiarello Augusto; Cocco Roberto; Danieli Silvano; De Candido Luigi; Gugole Giustino; Plotzer Lorenzo; Primon Romano; Ravagnolo Valentino; Xotta Giuseppe (parroco). In seguito, in questo anno, entra nella comunità di Udine padre Albino Candido.
1982 – 07
il vescovo ausiliare, mons. Emilio Pizzoni compie ottant’anni e si reca alle Grazie per celebrare una messa di ringraziamento alla Vergine.
1983 – 03 – 29
All’età di 87 anni, lascia questa terra p. Giustino M. Gugole, che per 38 anni era stato l’organista del Santuario, divenendo una figura consueta delle liturgie in basilica.
1983 – 04 – 01
Venerdì Santo. Si perpetua la tradizione di una rappresentazione sacra proposta dai giovani della parrocchia che affrontano un testo liberamente tratto da “Il Cristo di Velasquez” di Miguel de Unamuno. Un testo non facile che i giovani riescono a rendere interessante, promuovendo riflessioni profonde. Tra i giovani impegnati ci sono Daniela De Faccio, Fabio Pozzi, Sandra Di Giusto, Franca Ballan.
1983 – 10 – 23
Viene inaugurata e consacrata la nuova cappella per le confessioni, ricavata nella vecchia sede del bollettino e della cancelleria, trasferiti in una sede tutta nuova, costruita nel giardino antistante l’ala ovest del convento e con ingresso dalla scalinata: uno spazio più funzionale, dove si possono anche acquistare libri e oggetti ricordo del Santuario. Inaugurata alla presenza del sindaco Angelo Candolini e di altre autorità, nella nuova cappella domina sulla parete di fondo l’opera di Arrigo Poz, costituita da un Cristo crocefisso senza la croce, posto al centro di geometrie concentriche, che lo focalizzano come simbolo di passaggio dal sacrificio alla resurrezione.
1984
In seguito alla tragedia del cinema Statuto di Torino, del 13 febbraio 1983, furono riviste le norme sull’agibilità dei cinema e dei teatri. Ne è interessato anche il cinema teatro Roma, che aveva ormai i suoi anni. La spesa per adeguarlo alle nuove norme, che comportava rifare completamente l’impianto elettrico e tutti gli arredi per renderli ignifughi, costringe i frati a chiudere la gloriosa sala. Gloria derivante dai cineforum di p. Turoldo e continuati da Aldo Terenzani, Adriano Degano e Adriano Cossio. Ma anche da un attività teatrale di respiro per lo più locale, anche se diverse compagnie nazionali vi hanno recitato nel periodo tra la chiusura del Puccini del 1961 e la costruzione del Palamostre nel 1970, quando non c’era a Udine altro teatro.
1984 – 03
Il Santuario e la parrocchia delle Grazie non smettono di essere propositivi anche nel campo della ricerca spirituale. Nel marzo del 1984, in occasione della quaresima viene proposta una mostra dal titolo “Nostra sorella morte”, che affronta il tema da diversi punti di vista, rimandando ad immagini e scritti di vari autori. La mostra viene inaugurata dall’Arcivescovo di Udine mons. Battisti, dal provinciale dei Servi e da altre autorità civili e religiose.
Nello stesso periodo si organizza anche una missione parrocchiale, creando dei centri di ascolto presso alcune famiglie (saranno 85 alla fine), dove alcuni missionari cappuccini si recano a predicare e dialogare su alcuni temi fondamentali della vita e della fede.
1984 – 05
Iniziano dei lavori di consolidamento e restauro per la basilica, che aveva retto al terremoto del 1976. Questo però aveva provocato crepe e fessure negli affreschi e inoltre emerge la necessità di rendere antisismica la struttura.
1984 – 09
Padre Albino Candido lascia la comunità di Udine perché destinato al Centro Missioni di Vicenza.
1984 – 09 – 10
Il Santuario ha una visita illustre: si trattiene a pregare all’altare della Madonna il cardinale Glemp, Arcivescovo di Varsavia e primate di Polonia. Dopo la preghiera, rivolgerà qualche parola ai fedeli presenti e si intraterrà affabilmente con i frati.
1984 – 02
Sul finire del mese si spegne mons. Guglielmo Biasutti, sostenitore di molte opere caritative tra cui la creazione nel 1933 di Casa Ozanam per gli ex carcerati e poi con la fondazione del Bearzi e del Cottolengo di Santa Maria la Longa. Devoto alla Madonna, collaborò anche con il nostro bollettino sin dai primi anni. I funerali si svolgono in tre momenti: la mattina al Bearzi, il pomeriggio alle Grazie, celebrante l’Arcivescovo, e poi a Forgaria, suo paese d’origine.
1985
Durante il periodo estivo si fanno delle migliorie alla casa parrocchiale di Culzej, 4 km sopra Pesariis, nel comune di Prato Carnico. Con l’aiuto di alcuni giovani, si realizza l’impianto elettrico e si fanno dei lavori di drenaggio per sanare i muri. Potrà così cominciare ad ospitare dei gruppi di giovani nei periodi estivi.
1985 – 06 – 28
Il vescovo ausiliare mons. Emilio Pizzoni devoto alla Madonna delle Grazie sceglie di celebrare qui il suo sessantesimo anniversario di sacerdozio.
1985 – 10 – 02
Muore, colpito da infarto, il sindaco di Udine Angelo Candolini. Figura che, come la sua famiglia, era molto legata al Santuario delle Grazie, abitando tra l’altro nelle immediate vicinanze.
1985 – 10
Ci sono nuovi arrivi e partenze nella comunità. Lasciano il convento delle Grazie p. Bernardi, p.Castellan, p. Chiarello, p. Danieli e arrivano p. Bertossi, p. Brocchieri, p. Candido, p. Civiero e fr. Gallato.
1985 – 12 – 05
Si spegne p. Lorenzo Plotzer, nato a Gemona nel 1902. Ordinato sacerdote a 23 anni, approda in seguito all’ordine dei Servi nel 1948 e, dopo varie comunità, viene assegnato nel 1975 a quella di Udine.
1986 – 03
In occasione della Quaresima e della Settimana Santa, un gruppo di giovani della parrocchia, prepara per l’ora della Desolata, cioè di Maria sotto la Croce, una sacra rappresentazione che mette in scena la sera del Venerdì Santo. Il soggetto è tratto da alcuni scritti della “Compagnia dei Battuti udinesi”, confraternita sorta a Udine nel XIII secolo con finalità penitenziali ma anche assistenziali, sul modello di quella di Perugia del 1260. Dalle 34 laudi che costituivano il documento e che si recitavano durante le processioni, i giovani attori hanno tratto quelle di tema mariano e relative alla Passione.
1986 – 05 – 06
Si giunge al decimo anno dal terremoto. Si tengono in tutto il Friuli varie commemorazioni e celebrazioni, anche per il fatto che si comincia a vedere che la ricostruzione in regione è a buon punto. Nel Santuario delle Grazie in questo giorno si celebra una Messa nell’atrio, con alle spalle la grande opera di Poz che sormonta i nomi delle mille vittime.
1986 – 06
A fine mese si concludono il lavori di consolidamento statico della Basilica, iniziati nel maggio 1984 e che hanno richiesto per più di due lunghi anni la presenza delle impalcature e dei ponteggi all’interno della chiesa.
1986 – 10 – 25
Alle 17 si adempie al voto Cittadino: celebra l’arcivescovo mons. Battisti al cospetto delle autorità civili e religiose. La celebrazione è animata dal coro parrocchiale San Marco diretto da don Gastone Candusso.
1987 – 12 – 24
Per il Natale 1987, in occasione dell’anno mariano, i giovani della parrocchia guidati da fra Roberto Cocco propongono un presepio che mostra tre momenti fondamentali del piano di Dio a cui è chiamata Maria: l’Annunciazione, la maternità, la presenza sotto la Croce. Le tre scene, di ampio respiro e dallo stile metafisico, sono messe in sequenza su un tracciato che ascende verso il grande crocifisso quattrocentesco presente nella cappella del Beato Bonaventura, dove solitamente si allestisce il Presepio.
1988 – 02 – 17
Si celebra il centenario della canonizzazione dei Sette Santi Fondatori. Per l’occasione, l’Arcivescovo celebra la messa delle ore 11.00, con un omelia che metteva in luce l’attualità del modello del Monte Senario per la chiesa di oggi.
1988 – 05 – 02
Si compiono cinquant’anni della professione solenne di fra Valentino Ravagnolo, al secolo Antonio, che nel 1938 era entrato nell’ordine dei Servi di Maria. Da più di cinquant’anni è presente nella comunità di Udine ed è noto in tutto il Friuli, per le sue missioni di questua e di diffusione del bollettino. Festeggia l’anniversario pregando e augurandosi che i tanti che conosce preghino per lui.
1988 – 09 – 01
Si apre nel salone del chiostro una mostra di miniature mariane proveniente da antichi codici propri dell’Ordine dei Servi di Maria. La mostra è stata realizzata dal convento di Pietralba – Waissenstein in occasione della visita di Papa Giovanni Paolo II il 17 luglio precedente. La mostra suscita parecchio interesse e conta numerosi visitatori. Altra iniziativa culturale è il concorso artistico “Omaggio a Maria”, organizzato dalla regione per l’anno mariano e patrocinato e diretto da Ezio Terenzani, che si svolge dal 13 al 24 settembre con venti opere in concorso. Una di queste è la statua bronzea “Madonna incoronata con Bambino” di Giorgio Celiberti, che verrà donata al Santuario ed è tutt’ora esposta nel corridoio della cancelleria.
1989 – 02 – 05
Si chiude l’anno centenario della canonizzazione del Sette Santi. La celebrazione viene anticipata, in quanto cadrebbe in Quaresima, che non ammette solennità. Le celebrazioni festose sono allietate dalla presenza di formazioni corali come il coro di San Cromazio e i Cantori del Friuli. Alle 17.00 celebra il vescovo ausiliare Pietro Brollo.
1989 – 04
Viene invitato a Udine dal circolo “Arca territoriale di Udine” p. David M. Turoldo, a parlare del tema della Speranza. Il suo invito alla Speranza anche quando si porta una croce, risuona ancora più potente dopo che qualche mese prima aveva annunciato di essere malato di tumore.
1989 – 04 – 08
Celebra il 50° di sacerdozio p. Giuseppe Romano M. Primon, che per diciannove anni ha diretto il bollettino delle Grazie, fino al 1986.
1989 – 09 – 09
Si apre la XIII settimana mariana, che durerà sino al 16 settembre. Padre Turoldo torna a Udine per recitare e commentare alcune poesie mariane.
Sempre all’interno della settimana mariana si svolgono altri incontri di tipo culturale e spirituale, come le riflessioni di p. Ferdinando Perri di indirizzo vocazionale e il concerto della “Compagnia dei Laudesi” condotta da p. Ermes Ronchi, che esegue musica medievale e rinascimentale. La settimana si chiude con la celebrazione del sacramento della confermazione per un gruppo di giovani parrochiani, presieduta dal vescovo ausiliare mons. Pietro Brollo.
1989 – 12 – 10
Celebra il 50° di sacerdozio p. Patrizio Antonutti, friulano, nato a Beivars di Udine e da più di vent’anni nella comunità delle Grazie.
1990 – 01 – 01
Il nuovo decennio si apre con un grave lutto che colpisce la parrocchia. La mattina il giovane Andrea Dal Dan, scout di 18 anni, perde la vita durante un’escursione sulla cascata di Salino, presso Paularo, mentre con altri amici scout ed i fratelli, trascorreva in zona alcuni giorni di vacanza per il Capodanno. Il gruppo dei giovani, in cui Andrea era sempre presente, con tutta la parrocchia, sono profondamente colpiti dal dolore e si stringono vicino ad una famiglia esemplare per l’assidua ed impegnata presenza nella parrocchia e nel Santuario. I funerali si svolgeranno il 4 gennaio.
1990 – 01 – 21
Il vescovo dell’Aysén, p. Aldo Lazzarin, servo di Maria, giunge a Udine per illustrare durante l’omelia di alcune messe, la realtà ecclesiale cilena.
1990 – 06 – 28
Il vescovo ausiliare mons. Emilio Pizzoni celebra all’altare della Madonna delle Grazie una messa di ringraziamento, animata dal coro dei Pueri Cantores, per i suoi 65 anni di sacerdozio. La celebra nella chiesa in cui fu ordinato e che da sempre lo vede celebrante di varie funzioni, diocesane e non, preferendo in molti casi questa sede grazie alla sua speciale devozione verso la Vergine Maria.
1990 – 09
Si svolgono alcuni lavori di restauro e sul finire dell’anno si procede alla ristrutturazione della cappella che custodisce i resti del beato Bonaventura da Forlì, che viene adatta per poter ospitare le funzioni invernali.
Sempre in questo periodo, si sostituiscono anche le mense dell’altar maggiore e della cappella della Vergine. In seguito alla riforma liturgica conciliare, erano state adottate provvisoriamente due mense in legno: nel primo caso si trattava di un ampio tavolo fratino di pregevole fattura e nel secondo caso di un manufatto in legno, di stile moderno, poi più volte riadattato. Ora, al loro posto vengono utilizzati due paliotti (elementi che servivano originariamente per rivestire la base degli altari di marmo durante le solenni liturgie) riadattati. Probabilmente frutto di una modifica di originali paliotti settecenteschi, nel 1832 i due in oggetto erano stati assemblati dagli orafi Vincenzo Cattarussi e Carlo Moretti. Ai nostri giorni sono stati ripensati per la nuova funzione dall’arch. Gaetano Cecchini e le modifiche sono state realizzate dall’artigiano A. Antonutti.
1990 – 12
Per i lavori nella cappella del beato, il presepio costruito dai giovani della parrocchia, che sviluppa anche come tema parallelo quello dell’Apocalisse, viene allestito nell’atrio della basilica, dove un tempo era abitualmente allocato.
1991 – 02 – 08
Ignoti, approfittando delle armature per dei lavori nell’ala est del convento, riescono ad introdursi nelle stanze dei frati e raggiungere il luogo dove c’era la cassaforte che custodiva i preziosi addobbi dell’icona della Vergine e diversi ex voto, trafugandoli. Un furto che reca una grave danno al Santuario, più che altro per la perdita devozionale. Infatti, sebbene il valore economico non sia molto elevato, il valore dei preziosi in termini storici e di culto è ben maggiore, includendo la refurtiva anche i diademi utilizzati per l’incoronazione dell’icona della Madonna delle Grazie nel 1870.
1991 – 05
Per decisione del capitolo conventuale, viene ricollocato sull’altare delle reliquie il seicentesco quadro raffigurante San Pellegrino Laziosi, figura carismatica dell’ordine dei Servi di Maria, invocato come taumaturgo contro i tumori. In seguito verrà spostato al terzo altare di sinistra.
1991 – 09
lasciano la comunità della Madonna delle Grazie di Udine: p. Tiberio Civiero, destinato all’Istituto Missioni di Monte Berico (Vicenza), fra Roberto Cocco destinato a Monteberico e p. Piergiorgio Brocchieri, destinato al convento di Siena. Nuovi arrivi sono invece p. Mariano Merlo, p. Davino Trento e p. Giovanni Sessolo.
P. G iuseppe M. Xotta viene eletto priore della comunità e parroco delle Grazie.
1991 – 12
In occasione della fine d’anno del 1991, Udine è stata individuata come tappa intermedia per chi, tra i tanti giovani europei che si stanno recando a Budapest per il raduno giovanile organizzato dalla comunità di Taizè, proviene dall’Italia, Francia del sud, Spagna e Portogallo. La pastorale giovanile della forania organizza l’accoglienza nelle varie fasi. Durante la notte è previsto l’arrivo di più di cento pullman che parcheggeranno in piazza I Maggio: il chiostro della Madonna delle Grazie è il luogo indicato per il ristoro. I giovani della parrocchia offrono il proprio servizio a quest’evento, donando una bevanda calda e un sorriso ai loro coetanei pellegrini. Il primo gruppo a giungere al chiostro sarà formato da giovani portoghesi.
1992 – 02 – 06
Anche il Santuario delle Grazie è partecipe nel cordoglio e nel lutto insieme a tutto l’Ordine dei Servi di Maria e a tutto il Friuli, per la morte di p. David Maria Turoldo: voce profetica che ha lasciato una grande eredità spirituale. La sua testimonianza si è levata alta sino agli ultimi giorni, quando dal letto della clinica di Milano presso cui era ricoverato, in diretta televisiva aveva dato voce alla sua fede, esortando alla speranza in Cristo Risorto.
1992 – 02 – 08
Inaspettatamente, partecipa alla messa delle otto del mattino il presidente della Repubblica Francesco Cossiga. Già la sera prima, sabato, si era recato presso il santuario delle Grazie per una confessione con il parroco padre Giuseppe Xotta, andando poi a pregare davanti all’icona della Vergine. La domenica tutti lo aspettavano in Duomo alle otto, ma deludendo l’attesa soprattutto di un folto numero di politici, aveva all’ultimo optato per la Madonna delle Grazie. Durante la celebrazione il presidente si è recato all’ambone per leggere alcune letture. Al termine il priore lo ha invitato a prendere un caffè nel refettorio, dove si è trattenuto con i frati per un quarto d’ora.
1992 – 05 – 03
Papa Giovanni Paolo II incontra i giovani in piazza I Maggio, durante la tappa di Udine nella sua visita di quattro giorni in Friuli Venezia Giulia. Sin dalle prime luci dell’alba si vede un costante afflusso di persone che vengono a prendere posto in Giardin Grande. I giovani delle parrocchie udinesi sono impiegati nel servizio d’ordine. Anche i quelli della parrocchia della Madonna delle Grazie partecipano, responsabilmente coordinati da Paolo Sacchi. La celebrazione liturgica avviene su un palco sistemato sul rilievo al centro della piazza, ai cui piedi è fittissima la presenza di tanti giovani. Sul palco vi è anche l’Icona della Vergine delle Grazie, verso cui il Papa esprime più volte la sua devozione. Anche la sedia su cui siede il Giovanni Paolo II proviene dal santuario ed è quella stessa su cui si è seduto nel 1972 Papa Paolo VI. Un disegno con dei versi viene regalato al pontefice, che ancora oggi si può ammirare, esposto sopra l’ingresso laterale della basica.
1992 – 05 – 10
La comunità festeggia il compleanno di fra Valentino Ravagnolo, che raggiunge il traguardo degli 80 anni. Di questi, 55 li ha trascorsi nel convento della Madonna delle Grazie, divenendo però noto anche in molti altri luoghi del Friuli, soprattutto per la sua attività di fratello questuante abbinata ad una fervente propaganda del Santuario.
1992 – 08 – 16
Muore p. Albino Candido. Nato a Ludaria di Rigolato il 4 aprile 1916 e ordinato sacerdote il 18 agosto 1940. Fu insegnante liceale dei professi in vari conventi e da alcuni anni risiedeva nella comunità di Udine. Per diversi anni ha collaborato al bollettino della Madonna delle Grazie, nel 1990, in occasione del suo 50° di sacerdozio, aveva dato alle stampe il suo “Diario di un pellegrino carnico”.
1993 – 04 – 03
Viene ordinato diacono dall’Arcivescovo Alfredo Battisti, fra Giuseppe Maria Baggio.
1993 – 06
Prendono avvio alcuni lavori di manutenzione della Basilica. Gli ambiti di intervento sono tre: rifacimento, soprattutto per motivi di sicurezza, del vetusto impianto elettrico, con un nuovo sistema di illuminazione, studiato dall’arch. Gaetano Cecchini, tale da dare una maggiore funzionalità della basilica come luogo liturgico e una migliore fruizione delle opere d’arte; nuova tinteggiatura delle pareti con colori chiari e nuove vernici, per riparare agli effetti del fumo delle candele; rifacimento del pavimento del presbiterio con abbassamento del piano di 30 cm, al fine di valorizzare tutta l’abside, ma anche di avvicinare celebrante ed assemblea. A fianco di questi lavori, si procede anche con il restauro dell’organo (realizzato nel 1910 ed elettrificato nel 1954), eseguito dalla ditta Francesco Zanin di Codroipo.
1993 – 09 – 19
Dalla basilica, al termine della liturgia, parte una solenne processione con la statua dell’Addolorata per le vie della città, in occasione dei trecento anni che la vedono titolare e padrona dei Servi di Maria.
1993 – 12 – 08
Nella festa dell’Immacolata Concezione, il diacono fra Giuseppe Baggio viene ordinato sacerdote da mons. Battisti. Nato a Bassano del Grappa nel 1957 e cresciuto a Tezze sul Brenta, p. Giuseppe svolge il suo servizio soprattutto nella pastorale giovanile.
1994
Prendono avvio i lavori di ristrutturazione della casa alpina di Culzej. La casa era parte di un vecchio lascito della sig. Bruseschi per i gruppi parrocchiali dell’Azione Cattolica. Non completata nella costruzione, ma costituita solo dalle mura e da vecchi infissi, non aveva ne acqua e ne luce e da alcuni decenni veniva usata come riparo per escursioni di gruppi scout: non possiamo dire nemmeno che fornisse un tetto sulla testa perché non c’era nemmeno quello. Negli anni Ottanta il gruppo giovani aveva realizzato passo dopo passo diverse migliorie, con campi di lavoro nei mesi estivi, riuscendo a portare la luce nel 1985, rifare la copertura del tetto che consisteva nel semplice solaio e portare l’acqua in casa, per la cucina, nel 1988. Tuttavia la casa era assai spartana e non adatta a gruppi di bambini o ad anziani. Così il parroco Giuseppe Xotta decide di realizzare un nuovo piano con il tetto, rifare gli impianti e creare nuovi servizi igienici.
1994 – 05
Per la chiusura del mese di maggio, in basilica si svolge un’affollatissima conferenza tenuta da mons. Ersilio Tonini, vescovo emerito di Ravenna.
1994 – 06 – 05
Con la festa del Corpus Domini, si festeggia il completamento dei lavori nella basilica. Durante la ritinteggiatura delle pareti sono stati anche restaurati alcuni fregi e decorazioni, che hanno ripreso nuova vita, e le tele del Tintoretto.
1994 – 07
Si procede al restauro (eseguito dalla coop. Esedra di Udine) delle statue poste ai lati della gradinata d’ingresso, raffiguranti la Madonna con il Bambino e San Filippo Benizi.
1994 – 09
Nell’autunno di quest’anno, lascia la comunità p. Giuseppe Xotta, destinato alla comunità di San Siro, in attesa di poter andare missionario in Uganda. Presente fino dal 1971 nel convento di Udine, è divenuto parroco nel 1976 e lo è rimasto per 18 anni, ricoprendo anche in alcuni anni il ruolo di priore. Altri fratelli in partenza sono: fra Sergio Gallato che per diversi anni era stato sacrestano, destinato a Mestre (VE); p. Giuseppe Baggio destinato a Rovato (BS) e p. Giovanni M. Sessolo, destinato a Monteberico di Vicenza. Giungono alla comunità di Udine p. Costanzo Roncato, p. Agostino Bonato, fra Eugenio Troietto e p. Giovannangelo Angeli, che verrà eletto parroco e priore.
1994 – 12 – 07
Si inangura nel salone del chiostro una mostra delle opere del friulano servo di Maria p. Fiorenzo Gobbo, dedicate in particolare al tema della famiglia. Sarà l’autore a presentarle all’inaugurazione. Si concluderà il giorno 28 seguente.
1995 – 01 – 18
Si svolgono i funerali di tre alpini della Brigata Julia che hanno perso la vita in un incidente a Remanzacco. Il legame stretto tra la Julia e il Santuario sin da quando la caserma di Prampero ospita gli alpini, ha fatto sì che la Madonna delle Grazie fosse il luogo dove celebrare le esequie.
1995 – 04 – 22
Si tiene una mostra-mercato promossa dal gruppo volontari di Feletto Umberto, in cui vengono esposte delle opere per una raccolta fondi da consegnare a don Josip Grbac, responsabile del centro profughi di Rabac e della Caritas dell’Istria.
1995 – 05 – 18
Viene inaugurata il 18 maggio ed è promossa dalla I Circoscrizione la mostra-concorso artistico con tema “le rogge”.
1995 – 06
Durante questo periodo si intraprende un restauro sulla “Maschera del Diavolo”, il primo ex voto della basilica. In alcuni punti è stata rimossa della ruggine e sul finire di giugno l’antica armatura è tornata al suo posto.
1995 – 10
Nell’autunno viene riconsegnata alla parrocchia la chiesa di San Valentino, bene che era gestito dal demanio militare perché annessa all’Ospedale Militare. Tuttavia si presentano alcuni problemi perché l’immobile richiede diversi lavori di manutenzione e restauro, a cominciare dal rifacimento dell’impianto elettrico.
1996 – 05 – 04
Il Coro Gian Domenico Faccin presenta l’Oratorio “Redemptoris Mater” in quattro parti per soli, coro, orchestra d’archi, organo, flauto e oboe solisti, testo di p. Vitale Bassan, Musica di Giovanni Parisotto.
1996 – 05 – 10
Fra Valentino Ravagnolo compie 85 anni e dal 1937 è presente nel convento di Udine. Alla sua bella età non disdegna la bicicletta, le corse e talvolta far colazione con uova al tegamino…
1996 – Il Coro parrocchiale anima la liturgia per le Cresime.
1997 – 06
All’ingresso (nartece), viene inaugurata una nuova opera di Arrigo Poz, un dipinto che decora la nicchia della parete di destra e che rappresenta “Maria madre della famiglia”.
1997 – 08 – 14
Si tiene a Parigi la XII giornata mondiale della gioventù. Alcuni giovani della parrocchia si uniscono alla delegazione diocesana, accompagnati da P. Agostino Bonato.
1997 – 08 – 31
La messa della domenica mattina trasmessa su RAIUNO sarà quella della Madonna delle Grazie. Celebrano il priore provinciale p. Giovanni M. Sperman e il priore del convento p. Giovannangelo Angeli.
1997 – 09
Si registrano delle variazioni nella composizione della comunità dei frati. Lasciano Udine p. Giovannangelo Angeli, e p. Agostino Bonato, mentre arrivano p. Giovanni Sessolo che verrà eletto priore e p. Francesco Polotto che verrà eletto parroco ed entrerà in carica il 19 ottobre.
1997 – 12
Radio Mortegliano inizia a trasmettere in diretta quotidiana la messa delle ore 9.
1998 – 01 – 18
Si tiene la rappresentazione dal titolo “La Parola dietro le parole”, una serie di musiche, canti e scene che accompagnano alcuni brani della sacra scrittura, messa in scena da un gruppo di giovani della parrocchia diretti da Andrea Nunziata.
1998 – 03 – 13
Padre Anselmo Busatto raggiunge il traguardo del 60° anno di sacerdozio. Dopo essere stato per 12 anni parroco, ha passato 18 anni a Milano prima di ritornare a Udine nel 1988.
1999 – 09 – 19
Si apprende la notizia della morte di Maria Buoncompagno. Il cordoglio è unanime e oltrepassa i confini cittadini. Maria infatti era figura rilevante sia in ambito parrocchiale, per i suoi numerosissimi settori d’impegno e sia nell’ambito provinciale, per il suo ruolo di priora dell’Ordine Secolare.
2000
È un anno ricco di eventi liturgici e di dinamismo pastorale. Sono innumeri i momenti di preghiera e di approfondimento culturale che vengono proposti sia dal Convento che dall’Arcidiocesi. Si coglie anche l’opportunità di restaurare al pala di Luca Monteverde, posta dietro l’altar maggiore: unico capolavoro di questo giovane artista dal talento cristallino, che morì molto giovane.
2000 – 02 – 22
Si spegne p. Federico Caldognetto, originario di Vicenza. Fu per molti anni missionario in Cile ed in seguito venne richiamato in Italia per motivi di salute. Nella comunità di Udine da alcuni anni, si dedicava agli ultimi e più abbandonati, dando loro sostegno materiale e spirituale.
2000 – 08
Un gruppetto di giovani della parrocchia partecipa come delegazione alla XV Giornata mondiale della Gioventù, che si tiene a Roma in agosto.
2000 – 09
Ci sono dei cambiamenti nella comunità: vengono destinati ad altri conventi il p. priore Giovanni Sessolo e il parroco p. Francesco Polotto. Giungono invece a Udine: p. Luciano Torniero, per 30 anni missionario in Messico e reduce da un trapianto di cuore; p. Corrado Rossetto, che verrà eletto parroco e priore; p. Aldo Lai.
2003 – 09
P. Cristiano M. Cavedon viene eletto priore della comunità e parroco delle Grazie.
2008 – 06 – 19
Si inaugura il primo lotto (ristrutturazione dell’oratorio verso Via Pracchiuso) della Residenza Universitaria delle Grazie, alla presenza dell’Arcivescovo di Udine, Pietro Brollo, il Presidente della Regione Renzo Tondo, del Sindaco di Udine, Furio Honsell.
2010 – 10 – 19
Si celebrano in basilica, presieduti dall’Arcivescovo Mazzocato, i funerali di padre Aldo M. Lazzarin, servo di Maria e vescovo missionario in Cile, giunto da qualche anno alla comunità di Udine.
2012 – 02 – 06
Inaugurazione del nuovo Centro Culturale delle Grazie. Viene scelta come data il ventesimo anniversario della morte di Turoldo. ma l’Auditorium ospiterà, nei prossimi giorni, altre iniziative legate alla più classica manifestazione del borgo, la festa di San Valentino: un concerto la sera della vigilia e una mostra-laboratorio d’arte martedì 14 nel foyer.
2012 – 09
P. Francesco M. Polotto viene eletto priore della comunità e parroco delle Grazie.
2017 – 05 – 03
Padre Anselmo Busatto compie 95 anni.
2018 – 02 – 15
A Monte Berico, dov’era assistito negli ultimi giorni, muore p. Anselmo M. Busatto, per molti anni e a più riprese frate della comunità di Udine e anche parroco delle Grazie.
2020 – 03 – 08
In seguito alla pandemia COVID, in ottemperanza al DPCM del giorno precedente, la CEI dispone che vengano sospese tutte le funzioni religiose. Riprenderanno il 18 maggio.
2020 – 09 – 29
Presso il salone dei Sette Santi fondatori del convento delle Grazie si tiene l’ultima riunione del Consiglio Pastorale Parrocchiale, trasformatosi in gruppo di riferimento in seguito alla riforma diocesana delle Collaborazioni Pastorali, che vede la parrocchia inserita nella CP n. 17 Udine Centro, insieme a Duomo, San Giorgio, San Quirino, SS. Redentore.
2022 – 10 – 15-16
L’Arcivescovo Andrea Bruno giunge in visita pastorale alla Collaborazione Pastorale Udine Centro, di cui fa parte la Parrocchia della Beata Vergine delle Grazie. Il 15 si svolge un incontro con gli operatori pastorali presso la sala Madrassi della parrocchia di San Quirino, seguita da una S. Messa. Il 16, alle ore 10.30 solenne funzione con la partecipazione di tutte le parrocchie presso la Cattedrale.
Assemblea degli operatori pastorali della CP n. 17 Udine Centro, presso la Sala Madrassi.
2022 – 11 – 04
Viene presentata presso l’auditorium del Centro Culturale delle Grazie, dalla dott. Daniela Marenco e da don Alessio Geretti, alla presenza di un folto pubblico, la mostra che si apre il giorno seguente presso il chiostro, sulla vita di Takashi Paolo Nagai, medico giapponese cristiano. Nagai, convertitosi al cristianesimo durante la sua formazione, fu pioniere della radiologia, visse il dramma atomico di Nagasaki. Fu testimone di altruismo e di pacifismo. È in corso una causa di beatificazione. La mostra si protrarrà sino al giorno 20.
2022 – 11 – 07
La sera di questo giorno, incontra la morte p. Antonio (Amelio) Picco, ricoverato da qualche mese in geriatria a Vicenza, gravato da edema polmonare e scompenso cardiaco. Era nato a Valle del Rojale (Udine) il 19 aprile 1932. Iniziò il noviziato a Isola Vicentina (VI) il 2 giugno 1952. Fu ordinato sacerdote il 2 aprile 1960 a Monte Berico (Vicenza). Dal 1962 al 2008 visse e servì in Argentina, prevalentemente nel convento e parrocchia di Quilmes. Tornato in Italia fu in comunità a Udine fino al 2 marzo 2022 allorché venne trasferito nella comunità dell’Istituto Missioni (Vicenza) bisognoso di cure sanitarie. Il giovedì seguente si tennero i funerali presso la Basilica delle Grazie e in seguito la salma venne tumulata nel cimitero di Valle di Reana.
Sulla storia del convento:
Graziano Maria Cesarotto e Davide Maria Montagna (a cura di), Santa Maria delle Grazie in Udine, Vicenza, Bibliotecha Servorum Veneta, 1976.
Per un approfondimento sui frati Celestini:
Bruno Figliuolo, La presenza celestiniana in Friuli (1348-1491), in Studi in onore di Giovanni Maria dal Basso, a cura di Roberto Navarrini, Udine, Forum, 2000, pp. 113-130.
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