Dal bollettino di febbraio 2012: stare al proprio posto

In questi ultimi tempi ho vissuto delle situazioni in cui mi hanno colpito dei particolari costanti, ripetitivi, che si ritrovano nelle situazioni più diverse.
Uno di questi elementi comuni sembra essere il fatto che si possa pensare  e diffondere qualsiasi idea come cattolica.
Così come a livello sociale ci permettiamo di sostituirci ai politici, ai magistrati, ai tecnici,  ai giornalisti, … così qualcuno pensa che si possa fare anche nella chiesa cattolica.
Si trovano laici che vorrebbero sostituirsi ai sacerdoti, sacerdoti che farebbero volentieri a meno del proprio vescovo, o che sostituendosi a lui scrivono lettere pastorali a fedeli che non hanno, che vorrebbero che la chiesa cattolica facesse secondo le loro opinioni, ritenendo la propria opinione una verità che tutti devono accogliere.

Ricordo un episodio di  alcuni anni fa. Mi trovavo a Londra per studio presso la Westminster  University ospite nel  nostro convento in Fulham Road. Vivevamo gli ultimi tempi del pontificato di Giovanni Paolo II. Una sera a cena un nostro frate, superiore di una provincia americana dell’Ordine, di passaggio a Londra, iniziò la discussione chiedendomi se secondo me, essendo italiano e quindi secondo lui conoscitore di ciò che avviene nella Chiesa,  il Papa successore di Giovanni Paolo II avrebbe accolto le richieste che da tempo venivano avanzate da ambienti delle chiese cattoliche nord europee e nord americane: sacerdozio alle donne, matrimonio per i preti, matrimoni gay, ecc…

Risposi nel seguente modo.
Che la Chiesa non prende mai una decisione seguendo le mode di pensiero, ma segue lo Spirito santo e la Tradizione che viene dai Concili e dal Magistero; che non decide per tutta la chiesa universale secondo le opinioni presenti in qualche chiesa locale; che è attenta a come le chiese non cattoliche hanno deciso in proposito ma che non è tenuta a fare altrettanto.

Pertanto risposi che ritenevo e ritengo che la chiesa cattolica non cambierà e non potrà  cambiare  l’impostazione che da secoli, per non dire da sempre, ha deciso su queste tematiche.
Eppure c’è sempre qualcuno, anche tra i sacerdoti, e persino qualche vescovo, anche se in misura limitatissima, che pensa di utilizzare queste proposte per essere considerato persona aperta e all’avanguardia. O addirittura di sostituirsi al proprio vescovo.

In realtà non sono questi i problemi della chiesa, e ce lo confermano anche i fratelli protestanti più illuminati che ci dicono: non cambiate, la nostra esperienza di cinque secoli ce lo insegna; abbiamo adottato questi cambiamenti ma non abbiamo risolto nulla.

Il problema vero è quello di annunciare e testimoniare il Vangelo, non le proprie opinioni, pur rispettabilissime; annunciare il Vangelo e non una filosofia o una ideologia, annunciare il Vangelo e non una politica o una demagogia populista.

Per svolgere bene il proprio mandato ciascun cristiano, sia esso un laico, o un ministro ordinato, o un teologo, deve annunciare il Vangelo secondo il ruolo che ha nella chiesa. Se non annuncia il Vangelo non svolge neanche il suo ruolo, e non sa stare al suo posto. E quando uno non sa stare al proprio posto certamente vive male il suo ruolo e la sua missione.

p. Cristiano

30 gennaio 2012
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Dal Lunedì al Venerdì:
8.00 - 9.00 - 10.00 - 18.30
Sabato: 8.00 - 9.00 - 10.00 - 19.00
Domenica: 8.00 - 9.00 - 10.00 -
11.00 - 17.00

Sacramento della Riconciliazione

Dal Lunedì al Sabato:
8.30 - 10.30 ~ 16.00 - 18.00
Domenica: 7.30 - 12.00 - 16.00 - 18.00

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