Dal bollettino Parrochiale: gloriarsi di essere Cristiani

Noi predichiamo Cristo crocifisso,
scandalo per i Giudei,
stoltezza per i pagani.
(1 Corinzi 1,23)

La Croce rimane sempre uno scandalo per chi vuole una religione basata sulla potenza, la forza, lo splendore del Tempio, per chi vuole una religione basata sui propri desideri e propri schemi, una religione basata su un Dio a misura dell’uomo.

La Croce è inoltre una follia e una stoltezza per ogni forma di paganesimo, antico e moderno, per ogni forma di pensiero fondata esclusivamente sulla ragione e sulla intelligenza umana, perché la Croce e il Vangelo non possono essere ridotti a idolo, o a strumento della razionalità, anche se molti oggi espongono la Croce proprio come un idolo, così da diventare una delle offese peggiori che si possano fare alla Croce di Cristo.

Non è facile per nessuno, e non lo è mai stato neppure in epoche passate, proporre il cristianesimo con efficacia, verità, bellezza e testimonianza.

Abbiamo sempre combattuto ogni forma di religione distorta e ogni forma di paganesimo, e non abbiamo mai cercato formule alternative a quella della croce per essere cristiani autentici.

Questo non ha mai incontrato il gradimento dell’uomo che non sa guardare al Dio crocefisso. Ma chi ha mai detto che il cristianesimo o il Vangelo debba incontrare il gradimento di qualcuno? Certamente Gesù non si è mai preoccupato di questo aspetto (don Milani).

Ci viene rimproverato di essere uomini che non sanno vivere, che non sanno godere delle gioie e delle possibilità della vita, critiche da parte di chi non sa cosa sono le gioie dello spirito, che pensa che le uniche gioie siano quelle della terra. Siamo tentati di essere secondo le logiche del mondo pensando di vivere con meno difficoltà, siamo tentati di rinunciare alla libertà dello spirito per poter liberamente scegliere tra ogni forma di condizionamento, senza renderci conto delle pesantezze e falsità delle libertà socio-ideologiche. Siamo tentati di usare la religione per avventurarci in scalate al potere, o per manipolare le persone, come hanno fatto molte religioni e tutte le ideologie.

Difficile essere cristiani autentici, liberi della libertà dello Spirito, capaci di leggere e vivere la presenza di Dio anche dove l’uomo tenta in tutti i modi di annientarla.

La Pasqua che stiamo celebrando  richiama ancora una volta  il valore e la forza della croce,  il significato di una tomba vuota,  la grandezza della fede nella risurrezione di Cristo. Richiama a un esame di coscienza sul nostro essere e proclamarci cristiani.

Dovremmo essere capaci di essere testimoni di queste verità della fede, così diverse dalle verità della ragione, ma spesso abbiamo paura.

Sembra proprio che oggi sia la paura il limite più evidente di molti cristiani.

Paura delle nostre miserie, paura di incoerenza, paura di confrontarci con chi non crede, paura di esprimere pienamente la nostra fede, paura di presentare il vangelo  di Cristo forse perché non ne siamo totalmente convinti, e sappiamo quanto poveri siamo. Paura di dire che anche i non credenti possono essere molto seri e bravi, a volte certamente migliori di noi. Per questa paura mettiamo a rischio la nostra  testimonianza, perché temiamo di essere contraddetti in tanti modi dai non credenti.

Ci manca non solo il coraggio, ci mancano alcune convinzioni: la prima è che noi non proclamiamo noi stessi, se lo facessimo falliremmo sempre. Noi dobbiamo proclamare la grandezza di Dio, non la nostra. E chi testimonia il Vangelo non lo fa per piacere agli uomini, o per assecondare le mode di pensiero, ma per essere secondo Dio.

Forse è proprio qui l’origine del motivo per il quale oggi molti cristiani hanno difficoltà a  manifestare la propria fede e a dirsi cristiani. Ce lo dicono molti giovani, ma sembra che anche gli adulti vivano questa esperienza.

Si teme di essere derisi, di non piacere, di non essere secondo il pensiero della maggioranza.

Ma allora il cristiano chi è? Se non è più capace di proclamare la fede che vive, se non è più convinto della sua fede in Cristo risorto, se non aspira ad essere secondo Dio, che cristiano è?

Credo indispensabile che come cristiani dobbiamo tornare a gloriarci della Croce di Cristo, come dice san Paolo, per poterci gloriare anche della sua Risurrezione, senza la preoccupazione del consenso, dell’apprezzamento, della partecipazione di altri.

Gloriarci di appartenere a Cristo e alla sua Chiesa, e non ad altri, e ringraziare il Signore per la fede che ci ha dato.

BUONA PASQUA.

■ p. Cristiano

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5 aprile 2012
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Dal Lunedì al Venerdì:
8.00 - 9.00 - 10.00 - 18.30
Sabato: 8.00 - 9.00 - 10.00 - 19.00
Domenica: 8.00 - 9.00 - 10.00 -
11.00 - 17.00

Sacramento della Riconciliazione

Dal Lunedì al Sabato:
8.30 - 10.30 ~ 16.00 - 18.00
Domenica: 7.30 - 12.00 - 16.00 - 18.00

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