Storia del Bollettino della Madonna delle Grazie di Udine

di Giorgio De Zorzi
Nel 2020 il bollettino della Madonna delle Grazie ha raggiunto i cento anni di vita: un traguardo importante per una pubblicazione. La storia del bollettino è lunga ed ha visto e testimoniato i tanti cambiamenti che sono intervenuti nel mondo, nel Friuli e al Santuario della Madonna delle Grazie.
La tradizione presso le Grazie di un periodico stampato di ispirazione cristiana, in realtà, è ancora più antica ed anche gloriosa. Infatti, un periodico con la testata della “Madonna delle Grazie” vede la luce il 5 dicembre 1868 ed è considerato il primo giornale cattolico stampato in Friuli. Si definì come “Foglietto religioso settimanale” ed usciva il sabato, inizialmente nel formato di quattro pagine, aumentate successivamente ad otto. Fu fondato e diretto dal sacerdote prof. Luigi Fabris (1812-1879), insegnante presso il seminario, del quale divenne poi prefetto agli studi. Stampato inizialmente presso la tipografia Zavagna ed in seguito presso la tipografia Jacob e Colmegna di Via Savorgnana, veniva distribuito in città presso la libreria di Giuseppe Coloricchio, con sede in Via Cavour, poi trasferitasi all’inizio di Via Vittorio Veneto, all’angolo con Via Manin.
Questo settimanale si inseriva in un panorama giornalistico difficile, in cui i due principali giornali cittadini, il “Giornale di Udine” e il “Friuli”, avevano atteggiamenti marcatamente anticlericali, dovuti allo spirito patriottico che si opponeva allo storico legame tra Austria e Papato. Tuttavia lo scopo del foglio non era politico ma religioso, chiamandosi fuori così dalle polemiche del tempo e forse proprio per ribadire con la sua presenza che le posizioni politiche non dovevano danneggiare gli insegnamenti della fede, ponendo questa in antitesi al patriottismo. La testata, ad esempio, non accennò affatto alla presa di Roma del 20 settembre 1870.
Questa continuò le sue pubblicazioni sino al 1 dicembre 1877, quando se ne decise la chiusura. Il suo vessillo fu raccolto dal “Cittadino Italiano”, il primo quotidiano cattolico stampato in Friuli.
In seguito, fu l’energico e tenace mons. Pietro Dell’Oste che volle ridare un supporto scritto alla parrocchia, creando il “Bollettino di lettura mensile per i Parrocchiani della Grazie in Udine”: un giornale a cadenza mensile che usciva ogni 15 del mese e che veniva distribuito alle famiglie della Parrocchia. Il primo numero apparirà il 15 gennaio del 1913, con 8 pagine, nel formato di cm 17×24. Stampato dalla tipografia dell’Ex Patronato, Moretti e Percotto di Udine.

Nell’articolo di fondo, Mons. Dell’Oste illustra i motivi che lo hanno spinto a creare questo periodico, che egli intende come strumento dalle finalità strettamente religiose e che definisce oramai come una necessità per una parrocchia. Volle che fosse uno strumento per mantenere aggiornati e legati alla parrocchia i suoi abitanti, distratti dalla frequentazione assidua della chiesa dai molteplici problemi che incontrava la gente di allora: i ritmi e orari di lavoro, gli impegni in famiglie spesso numerose, la distanza di diversi chilometri degli abitanti del suburbio. Probabilmente l’intento è anche di contrasto alle idee socialiste che si vanno diffondendo. Si tenga conto che tra il finire dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, Udine è la città con il più alto numero di operai del Triveneto. Anche il suburbio di Pracchiuso, cioè la zona che andava da porta Pracchiuso al Torrente Torre, di competenza della parrocchia delle Grazie, in quell’epoca andava trasformandosi per l’aumento della popolazione, che stava diventando da prevalentemente agricola a, almeno nella cintura esterna più prossima alla città, prevalentemente operaia.
Comunque, come viene più volte ribadito dalle colonne del bollettino, l’obiettivo è quello di fare entrare una parola cristiana nelle case e magari anche quello di sostenere culturalmente i parrocchiani. In seguito il bollettino dovette aumentare le pagine perché i contenuti prodotti erano assai ampi e le sole otto pagine si rivelarono insufficienti. Questo condusse anche ad un aumento dei costi, in un periodo, tra l’altro, in cui si stavano facendo notevoli sforzi per ristrutturare la chiesa di San Gottardo, con il contributo finanziario della Parrocchia, di benefattori e del lavoro manuale di molti parrocchiani. Con sforzo finanziario e notevole impegno intellettuale, puntuale ogni mese il bollettino raggiungeva tutte le famiglie.
E così continuò la sua uscita mensile sino a tutto il 1914. Vi furono anche allegati alcuni opuscoli straordinari, come quello edito a scopo di beneficenza per il battesimo di Pasqualino Tolmezzo: bambino di colore di circa due anni che, durante la campagna di Libia, la madre morente affidò il giorno di Pasqua 1913 agli alpini del Battaglione Tolmezzo, scontratisi con una tribù berbera, fuggita poi nel deserto senza lasciare traccia. Di questo piccolo se ne presero cura i soldati sino al ritorno in patria, presso la Caserma Di Prampero, sottoposta quindi alla cura di mons. Dell’Oste. Sistemato al Brefotrofio Udinese, ricevette il battesimo il 1 novembre 1914 dalle mani dell’Arcivescovo mons. Rossi. Purtroppo, dopo essere diventato ufficiale, morirà a soli 23 anni di tubercolosi, contratta all’estero, in servizio.
Ma sappiamo bene che il 1914 non fu un anno come tanti. Lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, il 28 luglio, farà precipitare nel baratro l’Europa e il mondo. Anche se l’Italia si dichiarò inizialmente neutrale, l’effetto immediato della guerra fu la chiusura delle frontiere e l’espulsione di tutti i lavoratori stranieri. Per il Friuli fu una vera e propria catastrofe, in quanto Austria e Germania sono uno dei principali sbocchi dell’emigrazione friulana, sia stagionale che fissa (basti pensare che a metà agosto 1914, al confine di Pontebba, in attesa di prendere un treno che li riportasse a casa, visto che i collegamenti con l’Austria erano stati drasticamente ridotti, vi erano più di diecimila persone, sistemate per alcuni giorni in alloggi di fortuna presso strutture pubbliche).
La situazione economica della regione si fece quindi assai precaria per l’aumento della disoccupazione, rendendo più gravosa la spesa per la stampa. La cosa indusse mons. Dell’Oste a uscire dal gennaio 1915 con cadenza bimestrale, cercando ugualmente, anche se con fatica, di mantenere a tutti i costi vivo il bollettino che tanto successo aveva riscosso, ritenendolo strumento fondamentale per mantenere il contatto con le famiglie della parrocchia.  Tuttavia, dopo il terzo numero, quello di maggio-giugno 1915, l’entrata in guerra dell’Italia, il 24 maggio di quell’anno, crea un’autentica mobilitazione cittadina, soprattutto in seguito alla designazione di Udine come sede del comando supremo. Tutti i locali delle Grazie, sia quelli dove si teneva la scuola elementare, sia quelli ecclesiastici, vengono requisiti e vi prende stanza un reggi-mento di Carabinieri e poi uno di Fanteria. In aggiunta, come racconta il Dell’Oste, vi sono problemi non indifferenti per approvvigionarsi della necessaria carta “americana” (patinata), indicata per un buona riuscita delle illustrazioni. Infine, al parroco, che era l’unico redattore, viene affidata anche la cura d’anime dei soldati acquartierati a Udine vicino alle Grazie, in transito per il fronte.
In quell’anno quindi uscirà solo un altro numero, quello di novembre-dicembre, il cui principale tema diviene necessariamente la situazione militare e la cura della anime dei soldati. Il bollettino poi, durante tutto il resto della guerra tacerà. L’infaticabile rettore del Santuario però non abbandonerà mai la penna e redigerà diversi scritti più modesti, tra cui un opuscoletto di quattro pagine contro la bestemmia, stampato in 60 mila copie, di cui 20 mila distribuite presso la sacre-stia delle Grazie.
Anche nell’immediato dopoguerra il Bollettino non farà ancora ritorno sulle tavole delle famiglie della parrocchia sino alla pubblicazione del numero straordinario con frontespizio a colori dell’8 settembre 1922, dal titolo “La Basilica delle Grazie in Udine”, in continuità di numero d’edizione e nella numerazione delle pagine, con i precedenti: n. 33, anno IV. Le motivazioni, peraltro abbastanza ovvie, visto il periodo, verranno dichiarate subito nel nuovo numero: la situazione bellica, l’occupazione, le difficoltà economiche e tipografiche. Queste ultime il Dell’Oste le espone più ampiamente rimandando alla prefazione di una sua pubblicazione: “San Gottardo in territorio di Udine”. Qui egli racconta come l’ex tipografia Pontificia del Patronato, presso cui Dell’Oste stampava tutte le sue pubblicazioni (tipografia sorta già nell’Ottocento, come contorno all’attività del Patronato cittadino posto presso la Chiesa di Santo Spirito, per volontà di don Giovanni Dal Negro) e che si trovava in Via della Posta 16 (nell’attuale Via Vittorio Veneto, di fronte al campanile del Duomo), durante l’occupazione austro-tedesca fu devastata e saccheggiata di tutti i macchinari, dei caratteri e della ricca collezione di fregi che possedeva. Risorgerà dopo la guerra con fatica divenendo la Tipografia Gustavo Percotto & Figlio. Questo numero speciale tuttavia voleva celebrare anche un altro notevole avvenimento, altra perla della volontà del suo rettore, cioè l’elevazione della Madonna delle Grazie a Basilica Vaticana Minore, con decreto del 21 giugno 1922.
Nonostante tutti gli ostacoli sopra menzionati, la volontà di riprendere la pubblicazione regolare del bollettino al più presto era esplicitamente dichiarata. Ci sarà però un grande mutamento all’orizzonte. Infatti Dell’Oste si era adoperato in tutte le sedi opportune affinchè vi fosse il ritorno dei Servi di Maria presso il Santuario delle Grazie, che avevano lasciato Udine in forza delle leggi napoleoniche, il 2 settembre 1806. La cosa si concretizzerà a breve e già il 2 luglio del 1923 i Servi di Maria prenderanno possesso del convento. Nell’anno successivo subentreranno alla gestione della parrocchia. La scelta di richiamare i Servi alle Grazie stupì un po’ tutti, in quanto Dell’Oste era considerato un parroco capace ed energico. Forse fu proprio l’elezione a Basilica Minore delle Grazie, che sottolineava un ruolo del Santuario ben superiore a quello da svolgere entro i limiti dei confini parrocchiali, che lo persuase a percorrere questa via.
Il 1 luglio del 1923, dal Santuario di Monte Berico di Vicenza, giungono i frati che andranno a costituire la nuova comunità della Madonna delle Grazie. Il giorno seguente si celebrerà solennemente il loro ingresso nel Santuario, dopo più di un secolo di lontananza. Priore della comunità è p. Alfonso M. Benetti, che in seguito diverrà anche Provinciale e Priore Generale dell’Ordine. L’anno successivo subentreranno anche nella gestione della parrocchia.
Nel dicembre del 1925 esce nuovamente il bollettino, con il titolo di “Madonna delle Grazie”. Nell’articolo di presentazione p. Benetti narra che quel primo luglio in cui giunsero a Udine, i frati si ritrovarono a pregare la sera presso l’icona e presero il solenne impegno di far conoscere la Vergine Maria delle Grazie il più possibile. Ecco quindi lo strumento del bollettino, che si prefigge di raggiungere tutti i paesi del Friuli e le terre vicine. Il numero di dicembre 1925 sarà il primo del V anno, in dichiarata prosecuzione con i numeri precedenti e dal gennaio del 1926 uscirà regolarmente ogni mese il giorno 15. Viene stampato presso la Cooperativa della Arti Grafiche Friulane in Via Treppo 1, sostenuta dall’Arcidiocesi ed erede della Tipografia del Patronato. Lo stesso p. Be-netti sarà il direttore responsabile.
Il bollettino procede così tranquillo per diversi anni. Nel 1928 si rinnoverà la copertina e si gioverà del contributo di vari collaboratori. Tra questi, incontriamo già in questo anno “Pre Zaneto”, pseudonimo di don Giovanni Schiff, che tanto fortuna ebbe dalla fine degli anni Venti al finire degli anni Quaranta, con le sue poesie friulane di stampo umoristico e popolare. I suoi versi, editi presso diverse testate cattoliche dell’epoca, compresa la Vita Cattolica, erano spontanei e di facile comprensione, chiave del loro successo presso i lettori. Nella loro bonarietà non mancheranno però di svolgere un’azione di critica sociale e di costume, tanto da irritare le autorità del regime, che vollero limitarlo costringendolo all’uso dell’italiano. Cosa che però Zaneto saprà comunque volgere a proprio favore, creando una lingua italiana maccheronica intrisa di friulanismi, assai spassosa.
La testata continuerà regolare la sua pubblicazione e con il medesimo stile anche dopo che nel 1936 a p. Benetti subentrerà come direttore responsabile don Olivo Comelli, sacerdote diocesano e primo direttore della Vita Cattolica, anche se i testi verranno prodotti sempre dai frati e dai loro collaboratori. L’intera annata del 1939, rilegata elegantemente, verrà inviata a Papa Pio XII come omaggio, in occasione dei vent’anni della pubblicazione. Il 25 gennaio del 1940, il Pontefice impartirà la benedizione apostolica ai redattori e ai lettori del bollettino delle Grazie.
Nel marzo del 1940 alla direzione, sempre a titolo più che altro formale, si avvicenda mons. Vittorio Tonello, anch’egli direttore della Vita Cattolica. In questo periodo, oltre al già citato pre Zaneto, scrivono frequentemente anche p. Luigi Pazzaglia e Lidia Ferrari. Sono ormai gli anni della guerra e la pubblicazione del bollettino si fa di mese in mese più ardua. Vengono ridotte le pagine e l’uscita diviene bimestrale. Sempre maggiore spazio occupano le foto di soldati al fronte affidati alla protezione della Madonna delle Grazie, o dei quali si cercano notizie. Dal 1943 al 1945, riuscirà a sfidare anche l’occupazione tedesca, pur nella difficoltà di rimediare la carta necessaria alla stampa o quella dell’invio delle copie ai lettori. Si affrontano i molti sacrifici nella consapevolezza di essere uno strumento assolutamente necessario, in quei giorni difficili, di collegamento con chi è lontano e per portare una parola di speranza in tante famiglie.
Nel dopoguerra assume la direzione p. Giacinto Evarelli, che nel frattempo era giunto a Udine come priore e parroco, affiancato da p. Vasco Francesco Viero che firma la rivista. Per tutti gli anni Cinquanta e sino agli anni Sessanta seguiranno la redazione del bollettino p. Virginio Sabbadin poi p. Sebastiano Biolo. Nella prima metà degli anni Sessanta le collaborazioni al bollettino sono numerose. Incontriamo le firme prestigiose di Mons. Guglielmo Biasutti, di don Giuseppe Marchetti, di p. Davide Turoldo. Ma anche di Carlo Mutinelli, p. Damiano Caldognetto, p. Giulio Signori, fr. Renato Dondello, fr. Domenico Grinza, fr. Gervasio Milani.
Dal gennaio 1965 diviene direttore responsabile p. Bernardino Zanella, che appartiene alla comunità. Il bollettino continua a giungere in tanti paesi del Friuli in cui la devozione per la Madonna delle Grazie è molto viva. In questo periodo e sino agli anni Settanta, le firme più attive sono quelle di p. Anselmo Busatto, che coordina il bollettino e che nel 1967 ne diverrà anche direttore responsabile, di  p. Davide Montagna, p. Giovanni Sessolo, fr. Albino Candido, fr. Giuseppe Ellero, fr. Dino Manzelli, p. Giovanni Vannucci, p. Ermes Ronchi.
Padre Anselmo Busatto nel primo numero del 1970 commemora i 50 anni del bollettino e ricorda le parole di Mons. Dell’Oste nel primo numero: “Va dunque, piccolo foglio, va e inizia la tua missione che è santa!… sei posto sotto la protezione della Madonna delle Grazie!”. Ricorderà anche quelle di p. Alfonso Benetti nell’articolo nel numero del 1925, il primo con la testata attuale.
Dopo varie collaborazioni della comunità, nel settembre 1974 diviene direttore responsabile p. Romano M. Primon, che già dal 1964 scrive sul bollettino e che cura diverse rubriche. Imposta il bollettino maggiormente sull’attualità religiosa e pastorale nazionale. Tra le collaborazioni di questi anni troviamo la firma del sacerdote e poeta don Domenico Zannier. La posta in questo periodo viene curata da p. Turoldo. Negli anni successivi, sino alla metà degli anni Ottanta, collaborano al bollettino p. Silvano Danieli, p. Luigi De Candido, p. Antonio Bernardi, fr. Roberto Cocco, p. Emilio Bedont, il prof. Giuseppe Bergamini, Mario Zoppelli, Mauro Todde.
Nell’aprile 1986 p. Romano si ritira per motivi di età e gli subentra p. Luigi De Candido che inizia a firmarlo nel gennaio 1987, scrivendo diverse rubriche. Gli si affianca p. Albino Candido, che ne diventa poi il principale redattore. Tra le varie firme, continuano assiduamente la collaborazione il prof. Bergamini e Pierangelo Piai.
Nel 1991 viene eletto priore Giovanni M. Sessolo, che collabora componendo diversi articoli e curando una rubrica intitolata “Lettera del Priore”. Scrivono articoli il prof. Mario Turello, p. Federico Caldognetto, p. Danilo Sartor, il prof. Andrea Nunziata, Nino Arata e Vladimiro Memo.
Nel 1992 il bollettino è colpito da due lutti. Il 6 febbraio chiude la sua vita terrena p. David Turoldo, a lungo collaboratore, mentre il 16 agosto muore improvvisamente p. Albino Candido, autentica colonna del bollettino. Nel 1994, dopo 21 anni di comunità a Udine e 18 di parroco, viene trasferito a Milano p. Giuseppe Xotta, che collaborava con articoli e fotografie. Continuerà però saltuariamente la sua collaborazione per diversi anni dall’Africa, dove viene incaricato di seguire i percorsi vocazionali presso le missioni di Sud Africa e Uganda. In questo periodo scrivono anche p. Alfonso Massignani, p. Alfonso Sartor, p. Agostino Bonato.
Dal 1998 il bollettino esce a cadenza bimestrale, sostanzialmente per far fronte ai costi di stampa. Principali redattori sono il nuovo parroco p. Francesco Polotto, don Giacomo Morocutti, don Mario Albertini, Valeria Amendolaggine, Roberto Tirelli. In questi anni la composizione della comunità dei frati subisce diverse variazioni che si riflettono anche sul bollettino. Dal 2000 diviene parroco p. Corrado Rossetto che assume le funzioni di corrispondente e amministratore. Anche se nel 2002 lascerà la comunità di Udine per altra destinazione, continuerà ad essere direttore responsabile e a scrivere i suoi articoli sino al 2005. Amministratore dal 2002 sarà invece fr. Roberto Cocco. In questo arco di tempo incontriamo anche le firme di p. Aldo Lai, Alessandro Bertacco, L. Thingol.
Dal 2004, il parroco e priore della comunità, p. Cristiano Cavedon, cura alcune rubriche e pagine di riflessione, affiancandosi alle collaborazioni consolidate di fr. Roberto Cocco e Roberto Tirelli.
Nel 2011 p. Cavedon diviene l’amministratore e Stefano Stefanutti, che da qualche anno collabora con articoli e foto, il direttore responsabile, sostituendo p. De Candido che firmava la testata dal 1987. In questo periodo, rinnovata la veste grafica, viene coinvolto un gruppo di giovani nella redazione del bollettino, raggruppati nel collettivo “Volentieri”. Diversi anche gli articoli del gruppo GrazieCultura, che si occupa di eventi culturali presso il Santuario. Collaborano al bollettino Lucia Giuliani, Sandra di Giusto, Andrea Nunziata, Luca Nunziata, Simone Langellotti, Matteo Nunziata e Franco Montico con contributi fotografici.
Dal Settembre 2012 parroco e priore della comunità viene eletto p. Francesco Polotto, che diviene amministratore del Bollettino e del quale vengono pubblicati gli articoli in apertura, seguiti dai contributi di p. Philo Amburose, di p. Tiziano Civiero, p. Luigi De Candido, p. Danilo Sartor, p. Emanuele Cattarossi, Francesca Farina, Giuliana Catanese.
Dal maggio 2014 Simonetta D’Este riceve l’incarico di direttore responsabile. L’occasione porta ad un rinnovo della veste grafica e, agli articoli di p. Francesco Polotto, l’affiancarsi dei contributi di Giorgio De Zorzi, Marianna Cerno, Emilio Rosso, Daniela Russo. Dal 2016 viene adottata l’attuale copertina.
Oggi, il Bollettino della Madonna delle Grazie raggiunge circa tremila famiglie in tutti i continenti, da quelle nei vari paesi del Friuli e d’Italia sino a quelle lontane migliaia di chilometri. Nel tempo, la quota degli abbonati emigranti residenti all’estero, si è andata via via assottigliando, come conseguenza naturale del crescere dell’età e del passare delle generazioni. Tuttavia il bollettino non rinuncia ad essere legame del Santuario anche per i più lontani, essendo inviato a quasi tutti i Fogolârs Furlans sparsi nel mondo.
Grato ai tanti collaboratori che lo hanno redatto in passato (parecchi dei quali non abbiamo potuto citare in questa sede o abbiamo involontariamente dimenticato) questo bollettino affronta i prossimi cento anni. E ognuno di noi è chiamato a fare la sua parte per tenerlo vivo, come riflesso di fede nella Madonna delle Grazie di Udine, alla quale ci affidiamo devotamente.
19 febbraio 2021
Orari delle S. Messe

Dal Lunedì al Venerdì:
8.00 - 9.00 - 10.00 - 18.30
Sabato: 8.00 - 9.00 - 10.00 - 19.00
Domenica: 8.00 - 9.00 - 10.00 -
11.00 - 17.00

Sacramento della Riconciliazione

Dal Lunedì al Sabato:
8.30 - 10.30 ~ 16.00 - 18.00
Domenica: 7.30 - 12.00 - 16.00 - 18.00

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